Con la prima plenaria del nuovo Parlamento europeo e l’inaugurazione del semestre di presidenza italiano la vita politica europea rientra finalmente nel vivo. All’inizio si tratterà ancora di definire le ultime nomine ma poi quando tutte le caselle saranno sistemate al loro posto, si comincerà a discutere delle politiche che domineranno l’agenda dei prossimi 5 anni.
A Strasburgo si parte domani con l’elezione, scontata, di Martin Schulz che avrà l’appoggio di socialisti, popolari e liberali. In tutto dovrebbero essere 479 voti, molti di più della maggioranza assoluta richiesta di 376 deputati. Vedremo quindi quanti voti in più o in meno prenderà il tedesco, sulla cui scelta come capo dell’Assemblea non tutti, anche tra i suoi, sono stati d’accordo. Si eleggeranno poi i 14 vicepresidenti con l’Italia che verrà rappresentata da Antonio Tajani e David Sassoli (due ex giornalisti). L’elezione di Schulz vorrà dire anche che Gianni Pittella diventerà, come previsto, presidente del gruppo S&D, il secondo del Parlamento, assumendo una carica di grande prestigio (e potere) che tocca all’Italia anche in quanto maggiore forza politica del gruppo. Domani faranno il loro ingresso nell’Aula di Strasburgo anche i diciassette 5 Stelle e ci tornerà, dopo anni di assenza, anche la Sinistra radicale con i tre eletti de L’Altra Europa.
A Roma sempre domani è invece prevista la cerimonia di inaugurazione della presidenza di turno italiana dell’Unione europea. Il nostro è definito il semestre “corto” perché in mezzo c’è agosto e alla fine le vacanze di Natale. Sarà un semestre molto politico perché nel formare la nuova Commissione, che prenderà le sue funzioni solo all’inizio di novembre, si dovrà dettagliare il programma di lavoro per il quinquennio che i leader hanno fatto approvare alle cancellerie contestualmente all’indicazione di Juncker. “Non provate un brivido pensando di essere chiamati a realizzare quel sogno degli Stati Uniti d’Europa, avuto da quella generazione che nelle macerie del dopoguerra iniziò la creazione di un nuovo soggetto?”. Con questo breve testo postato sul sito provvisorio della presidenza italiana dell’Ue il presidente del Consiglio ha lancia un messaggio da che va molto oltre i desideri di tanti altri leader europei conservatori (e non) come il britannico David Cameron, l’ungherese Viktor Orban, ma anche dei colleghi olandesi e e probabilmente degli stessi francesi.
Sempre a Roma oggi ci sarà un consiglio dei ministri con due discussioni di grande rilievo: l’affinamento del discorso che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, terrà mercoledì pomeriggio davanti al Parlamento europeo e la decisione sul che fare con il commissario italiano, visto che Tajani, l’attuale responsabile dell’Industria, lascerà perché ha optato per il posto di deputatoi europeo al quale è stato eletto nelle liste di Forza Italia. Il premier ha tre possibilità: mettere un tecnico per 4 mesi, si pensa all’ex ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, non mettere nessuno, il che lascerebbe un vuoto istituzionale ma solo per pochi mesi, o nominare già da ora il commissario definitivo che prenderà temporaneamente il portafoglio di Tajani per poi acquisire quello definitivo nel nuovo esecutivo. Questa ultima ipotesi sembra la meno probabile perché Renzi vuole prima essere sicuro di quello che otterrà nella prossima Commissione prima di scegliere in via definitiva il nome della persona da mandare a Bruxelles. Quindi è possibile che il posto resti vuoto almeno fino al 16 luglio, quando un nuovo Consiglio europeo dovrà distribuire le cariche tra gli Stati.