Quanto vale Mario Balotelli? Ora che il polverone delle polemiche post-eliminazione dell’Italia comincia a posarsi, proviamo a rispondere a mente fredda e con dati il più possibile oggettivi a questa ed altre domande.
Balotelli è sopravvalutato?
Con un salario annuale di 4 milioni netti (fonte: La Gazzetta dello Sport), Balotelli è stato, insieme a Kakà e Buffon, l’ottavo giocatore più pagato della Serie A nella stagione appena trascorsa: lo hanno preceduto, in ordine crescente, Mario Gomez (4,2 milioni), Totti (4,5), Cambiasso (4,5), Tevez (4,5), Milito (5), Higuain (5,5) e De Rossi (6,5). La valutazione del cartellino di Balotelli sul mercato, secondo Transfermarkt, è di 26,4 milioni di euro. Tra i giocatori del suo livello salariale, Higuain è valutato 33,5 milioni, Gomez e Tevez 19,3, De Rossi 17,6 e Buffon 4,4 (sul valore del cartellino, ovviamente, influiscono variabili come l’età e la scadenza del contratto).
I misuratori “oggettivi” della performance non sembrano giustificare questi valori: Whoscored.com, uno dei principali portali di statistiche applicate al calcio, assegna a Balotelli un rating di 7,3 per la Serie A nella stagione 2013-14 (28° complessivo, ottavo fra gli italiani) e di 6,88 in Champions League (193° complessivo, settimo italiano). Ai Mondiali 2014 il suo rating è di 6,45, che gli vale un misero 380° posto sui 585 giocatori finora impiegati. Tra gli italiani lo precedono, in ordine decrescente, Sirigu, Chiellini, Verratti, Bonucci, Barzagli, Buffon, Pirlo, De Rossi, Candreva, Darmian e Abate. Analoga la valutazione di Squawka.com, un sito che si basa più o meno sugli stessi criteri di misurazione: Balotelli è il 17° giocatore della serie A, settimo tra gli italiani; in Champions League è al 150° posto, dietro i compagni di squadra De Jong, Zapata e Abbiati; ai Mondiali risulta addirittura il quinto peggior giocatore in assoluto tra quelli impiegati da Prandelli.
La sostanza non cambia se da un metodo di misurazione “bottom-up” come quello utilizzato da Whoscored e Squawka (dove si “sommano” i dati sui singoli gesti tecnici come gol, tiri, cross, contrasti ecc.) si passa a un modello “top-down” (il valore del giocatore si misura in base al risultato finale della sua squadra quando il giocatore è in campo, a prescindere da tutto il resto). Seguendo questa diversa impostazione metodologica, il sito goalimpact.com assegna a Balotelli un rating di 112,3 (l’algoritmo è spiegato qui), sotto la media dei titolari della nazionale italiana. (Per rassicurare gli scettici: qualunque sia il metodo, ai primi due posti ci sono sempre Messi e Cristiano Ronaldo).
Senza tediare ulteriormente il lettore, possiamo concludere che Balotelli, numeri alla mano, è sopravvalutato: ovvero, il suo valore di mercato è mediamente superiore a quello di calciatori con indici di performance più alti del suo. Allo stato attuale, visti i comportamenti sopra le righe e la reputazione di sfascia-spogliatoi, l’attaccante azzurro rischia di diventare vittima dello stesso paradosso che ha intrappolato Antonio Cassano per buona parte della sua carriera: chi può permetterselo non lo vuole; chi lo vorrebbe non può permetterselo.
Balotelli è un fuoriclasse?
La definizione di fuoriclasse è notoriamente sfuggente, ma alla luce di quanto appena detto questa è quasi una domanda retorica. Se per “fuoriclasse” intendiamo un giocatore in grado di alzare da solo il livello medio della squadra tanto da cambiarne aspettative e risultati (due esempi: Maradona dal 1986 al 1990; Ibrahimovic dal 2007 ad oggi), Balotelli è lontano dal soddisfare questi requisiti. La seconda metà della stagione 2012-13, quando trascinò il Milan da metà classifica al 3° posto segnando 12 gol in 13 partite, per il momento sembra un’aberrazione statistica. I risultati dicono che Balotelli ha vinto o convinto in contesti vincenti come al Manchester City, all’Inter (dove aveva un ruolo marginale) e in nazionale nel triennio 2010-13; ha perso o deluso, invece, in contesti difficili come al Milan nell’ultima stagione e in nazionale nell’ultimo anno solare. Il campione è molto ristretto, e Balotelli non ha ancora 24 anni, ma per quello che si è visto finora è un follower, non un leader.
L’eliminazione dell’Italia è colpa sua?
Ai Mondiali Balotelli ha deluso, mediamente più dei suoi compagni, ma l’accusa non è credibile, oltre che ingenerosa. Le difficoltà di Balotelli ai Mondiali sono chiaramente legate a quelle di tutta la squadra: in Brasile l’Italia è stata una delle nazionali meno produttive in attacco, e senza Balotelli i numeri degli azzurri (per 90 minuti) sono addirittura peggiori. Tre partite sono un campione poco probante, ma con l’attaccante del Milan fuori la squadra di Prandelli ha segnato meno gol, tirato meno in porta e attaccato di meno (fonte: Whoscored.com). Per altro, il calo di rendimento di Balotelli nell’ultimo anno, sia nel Milan che in nazionale, coincide in modo sospetto con il suo impiego da unico attaccante centrale, ruolo che ne mette in luce i principali difetti tecnici (difesa della palla, ricerca della profondità, smarcamento in area di rigore): probabilmente non è un caso che da allora il suo indice goalimpact sia sceso da 121 a 112. Ad Euro 2012, schierato a fianco di un secondo attaccante (Cassano o Di Natale), Balotelli fu decisivo sia nel primo turno (suo il gol dell’1 a 0 contro l’Eire) sia, soprattutto, nella semifinale contro la Germania, in quella che resta finora la partita più importante della sua carriera.
L’Italia può fare a meno di Balotelli?
Mario Balotelli probabilmente non diventerà mai Cristiano Ronaldo, ma non è facile trovare un calciatore under 24 con una combinazione simile di tecnica, tiro, forza fisica e resistenza. Anche i numeri non sono tutti contro di lui. Tra gli attaccanti italiani under 30, soltanto Pazzini, Osvaldo e Giuseppe Rossi hanno segnato più di lui in partite ufficiali. Nessuno però ha la sua media gol segnati/presenze: 0,42, non lontana dalla soglia di 0,50 (un gol ogni due partite) che convenzionalmente separa i grandi cannonieri dai buoni attaccanti. E nonostante la giovane età, Balotelli ha già vinto molto, anche se non sempre da protagonista: una Champions League, una Premier League, una F.A. Cup, 3 campionati di Serie A e una Coppa Italia. Insomma, piaccia o non piaccia, e con buona pace di Buffon e De Rossi, la semplice realtà è che oggi, in Italia, non ci sono molti attaccanti migliori di Mario Balotelli.