Probabilmente Matteo Renzi non sarà contento. Secondo l’ultima bozza di conclusioni del Consiglio europeo, elaborata questa notte, pur riconoscendo che bisogna rilanciare la crescita e l’occupazione, i leader europei sottolineano che le misure di flessibilità sono quelle già previste nel patto, che non c’è spazio per nuopvi ammorbidimenti. In più si batte forte sul tasto della necessità di fare le riforme strutturali, e poi c’è un paragrafo che sembra pensato sull’Italia, nel quale si insiste sulla necessità di ridurre il cuneo fiscale, di riformare la pubblica amministrazione, l’accesso ai finanziamenti, l’istruzione.
“Grazie agli sforzi degli Stati membri, la correzione degli squilibri macroeconomici è progredita e le finanze pubbliche continueranno a migliorare”, afferma la bozza, che continua dicendo che “Le possibilità offerte dal quadro di bilancio esistente dell’UE per bilanciare la disciplina di bilancio con la necessità di sostenere la crescita devono essere utilizzate”. Però, “dato il persistentemente elevato livello del debito e della disoccupazione e la modesta crescita del PIL nominale, così come le sfide di una società che invecchia e per sostenere la creazione di occupazione, soprattutto per i giovani, il consolidamento fiscale deve continuare in un modo favorevole alla crescita e in maniera differenziata”.
Secondo i leader, in questa bozza “deve essere data particolare attenzione alle riforme strutturali che migliorano la crescita e la sostenibilità delle finanze pubbliche, anche attraverso una valutazione adeguata delle misure di bilancio e le riforme strutturali, facendo il miglior uso della flessibilità che è prevista dalle vigenti norme del Patto di Stabilità e crescita”.
Poi si dice che “la ripresa rimane fragile e irregolare e gli sforzi per attuare le riforme strutturali che promuovano la crescita devono proseguire ed essere rafforzati, al fine di rafforzare la capacità dell’Europa di crescere e creare nuovi e migliori posti di lavoro. È necessaria una maggiore azione per ridurre il cuneo fiscale sul lavoro, a riformare i mercati dei prodotti e dei servizi e le amministrazioni pubbliche, per migliorare le condizioni di business e della ricerca&sviluppo, facilitando l’accesso ai finanziamenti, per migliorare il funzionamento delle industrie di rete e di riformare i sistemi di istruzione”.
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