Il capogruppo del Ppe al Parlamento Ue Manfred Weber, Manuel Barroso ed Herman van Rompuy, la cancelliera tedesca Angela Merkel e naturalmente lui, Jean Claude Juncker, lo Spitzenkandidaten alla presidenza della Commissione europea.
Non manca naturalmente nessuno al summit dei leader del Ppe organizzato a Courtrai prima del Consiglio europeo, che oggi si è svolto a Ypres per commemorare le vittime della Prima guerra mondiale, in cui si è discusso il nome del futuro Presidente della Commissione e il suo programma.
La cancelliera, l’ultima ad arrivare poco prima di Juncker, ha spiegato: “Stasera discuteremo dell’agenda per i prossimi cinque anni. Van Rompuy ci riferirà delle sue consultazioni anche con il Parlamento, e se domani avremo chiarezza sui necessari contenuti, come crescita, consolidamento del bilancio e occupazione, prenderemo anche la decisione sul futuro presidente”.
A chi le domanda se ci sarà un voto su Juncker, così come richiesto dal Regno Unito, Merkel risponde: “Riteniamo che ci sarà. Cameron l’ha chiesto varie volte. I trattati dicono che bisogna votare con maggioranza qualificata e non ritengo che sia un dramma se il voto questa volta non sarà unanime. Sui contenuti però possiamo trovare ottimi compromessi con la Gran Bretagna e anche andare incontro alle sue richieste. Abbiamo sempre parlato di spirito europeo, e spero che questo ci aiuterà a trovare soluzione ragionevoli”.
A proposito di nomine il neo eletto primo ministro finlandese Alexander Stubb si è mostrato a favore di quella della premier danese, la socialdemocratica Helle Thorning-Schmidt, a nuovo presidente del Consiglio europeo: “Sarebbe un buon nome per qualsiasi carica”, ha detto alla stampa. Per stabilire però chi sarà il successore di Van Rompuy il premier irlandese Enda Kenny ha annunciato che il 17 luglio, dopo l’atteso voto del Parlamento su Juncker, ci sarà un vertice straordinario.
Ma Elmar Brok, deputato del Ppe, molto vicino alla Merkel ha detto chiaramente che i socialisti non potranno ottenere tre delle quattro maggiori cariche, quindi la presidenza del Parlamento, del Consiglio e l’Alto rappresentante. Uno dei tre posti dovrà andare necessariamente ai popolari.
Per l’Italia al vertice del Ppe ha partecipato il ministro dell’Interno Angelino Alfano che ha ribadito il suo appoggio a Juncker: “Votarlo sarebbe coerente e conseguente. Lo abbiamo votato come Ppe nel corso di un congresso e dopo di che abbiamo vinto le elezioni europee essendo il partito maggioritario e mi pare che anche il partito socialista sia su queste posizioni”.