Per tutta la campagna elettorale Martin Schulz lo ha ripetuto come un mantra: “Sulla Presidenza della Commissione non accetteremo accordi a porte chiuse”. E adesso questa è l’accusa che il resto dell’Aula, e non a torto, sta facendo proprio a lui. “Sulla presidenza del Parlamento tutto è stato deciso con un accordo a porte chiuse tra socialisti e popolari”.
Ieri infatti socialisti e popolari hanno deciso di dividersi ancora una volta la guida dell’emiciclo per metà legislatura ciascuno, non interpellando nessuno degli altri gruppi su questa scelta. Una consuetudine che va avanti da sempre, con l’unica eccezione dell’elezione del liberale Pat Cox nel 2002, ma che questa volta ha assunto un significato diverso, scatenando la rivolta degli altri gruppi politici, che stanno proponendo candidati alternativi in quella che probabilmente sarà però solo una battaglia di principio.
“A spingere la mia decisione di correre per la posizione di Presidente del Parlamento europeo è stato l’accordo dietro le quinte dei governi nazionali sui posti chiave nelle istituzioni europee”, ha spiegato la verde Ulrike Lunacek nel presentare la sua nomina. “Quello di Schulz è un ritorno al passato”, hanno attaccato i conservatori dell’Ecr, che hanno rifatto la locandina del celebre film “Ritorno al futuro” con il tedesco nel ruolo di Marty McFly. Il loro candidato sarà il britannico Sajjad H Karim, che potrebbe anche trovare il supporto strategico in funzione anti-estabilshment del gruppo di Farage e Movimento 5 Stelle con cui ieri ha avuto un incontro. La Sinistra Unita Gue anche presenterà un suo candidato, Pablo Iglesias di Podemos.
Gli unici al momento a restare cauti sulla questione sono i liberali dell’Alde. Il loro leader, Guy Verhofstadt, spera ancora di riuscire in qualche modo a rientrare nelle trattative in corso per la formazione della prossima Commissione europea. Se questo non avverrà, di sicuro martedì prossimo, quando i deputati saranno chiamati a votare a scritinio segreto il nome del proprio Presidente, i loro voti verranno a mancare. Così come potrebbero mancare quelli di diversi franchi tiratori tra socialisti e popolari che, soprattutto tra i primi, non sono stati affatto d’accordo su questa battaglia solitaria di Martin Schulz.