Il Patto di stabilità e crescita, se a qualcuno non fosse ancora chiaro, non si tocca e le flessibilità se uno vuole chiamarle così, vanno trovate all’interno di quelle regole. Angela Merkel è netta, parlando come d’abitudine al Bundestag prima del Consiglio europeo di domani e dopo. La cancelliera si è poi mostrata serena anche sulla possibile spaccatura con la Gran Bretagna per la nomina di Jean-Claude Juncker alla guida della Commissione, “non serve l’unanimità”, ha detto la signora di ferro.
Il Patto di Stabilità e crescita, ha detto, “Costituisce un quadro eccellente: fissa regole
chiare e offre una moltitudine di possibilità di flessibilità”. Ieri il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, aveva affermato che allentare le regole e consentire l’accumulo di nuovi debito agli stati “sarebbe il peggior errore possibile”. Emerge, al di la delle parole di Merkel che parla di grande convergenza all’interno della Grande Coalizione, un qualche discrepanza rispetto alla linea più morbida, espressa sabato scorso a Parigi dal ministro dell’Economia, il social democratico Sigmar Gabriel.
Secondo Merkel la flessibilità possibile deve essere utilizzata per promuovere la crescita e l’occupazione. “Il governo di coalizione – ha sostenuto – ritiene che
il Patto di Stabilità e di Crescita offra eccellenti condizioni a questo proposito, da una parte perché ha limiti e guardrail e dall’altra perché possiede numerosi strumenti di
flessibilità. Dobbiamo usarlo in questo senso come abbiamo fatto in passato”.
Bisogna stare attenti, ha ammonito, perché la situazione nell’area dell’euro è ancora “fragile” e è importante “per alcuni paesi di andare avanti con le riforme strutturali”. Non ha parlato di Italia, ma quasi.