Metanolo, ovvero gas frutto della reazione chimica tra idrogeno e diossido di carbonio, la CO2 responsabile del surriscaldamento del pianeta. Costoso oggi ma competitivo domani. Un’opzione ricca di incognite e dubbi per il presente, ma in prospettiva una soluzione per i problemi di mobilità del futuro prossimo. Pro e contro di un’ipotesi di trasporto sostenibile su cui l’Europa si interroga, come dimostra lo studio dal titolo “Metanolo: un combustibile futuro per il trasporto basato su idrogeno e diossido di carbonio?”, realizzato dal Parlamento europeo.
Il Servizio ricerca dell’istituzione comunitaria ha fatto il punto su un tema dibattuto a più riprese, facendo una sintesi di più studi condotti sullo stesso argomento. La conclusione è positiva: il metanolo può davvero rappresentare un modo sostenibile per far spostare i cittadini in tutta l’Ue. Con un suo utilizzo si avrebbero “benefici in termini di riduzione della dipendenza dai combustibili fossili convenzionali e minori rischi nella sicurezza degli approvvigionamenti”. Il metanolo riveste un’importanza strategica sempre maggiore come prodotto energetico grazie alle sue caratteristiche di carburante per autotrazione, e il gas in questione potrebbe rappresentare una risposta alla domanda crescente di mobilità, soprattutto urbana. È stato stimato che nel 2050 il trasporto passeggeri (pubblico e privato) aumenterà del 41% rispetto ai livelli del 2010, quando le auto rappresentavano il 45% delle emissioni totali di CO2 nel settore trasporti.
L’efficienza energetica da sola non basta, e i motori a scoppio di più nuova generazione non riusciranno a ridurre l’impronta ecologica delle quattro ruote. Le criticità legate al metanolo non mancano. Intanto servono catalizzatori specifici per ottenere la reazione desiderata. L’ossido di carbonio può reagire con idrogeno gassoso in più modi e di conseguenza produrre diversi prodotti. Il metanolo è uno di questi, e peraltro uno dei meno automatici da ottenere dalla fusione delle due sostanze. Serve perciò un catalizzatore che aiuti la reazione nel senso desiderato, e in tal l’auto alimentata a metanolo ha bisogno di motori ibridi gas-elettrico, in quanto l’elettricità risulta fondamentale per produrre l’idrogeno necessario per la reazione con il carbonio e la conseguente produzione di metanolo. Il diossido di carbonio è ovunque, nell’aria e sotto terra, ma servono tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) per creare riserve del gas, e queste tecnologie sono ancora in fase di sviluppo e costano e ci vorrà tempo prima che saranno utilizzabili. E questo rallenta quindi gli investimenti.
Tuttavia, secondo i dati raccolti dal Servizio ricerca del Parlamento europeo, il ricorso al metanolo porterà dei vantaggi in termini di costi del veicolo. Nel 2020 il costo medio di un prodotto tradizionale (motore a scoppio) sarà di circa 18.500 euro per le vetture di piccola cilindrata, di 32.500 euro per quelle di media cilindrata e tra i 42.500 e i 44.200 euro per quelle di grossa cilindrata (si parla di costi di gestione, manutenzione e rifornimento carburante). Le auto ‘ecologiche’ non terranno il passo: le ibride elettriche costeranno, a seconda della cilindrata, 22.300 euro, 37.000 euro e 50.000 euro, quelle a metanolo tra i 24.500 e i 53.000 euro e le vetture a cella combustibile anche di più. Tuttavia mentre il trend per le auto sarà di aumento dei costi da qui al 2050, per le vetture di nuova generazione il costo di manutenzione e gestione sarà destinato a diminuire, tanto che si stima che nel 2050 le auto alimentate a metanolo saranno più convenienti di quelle tradizionali in termini di gestione e mantenimento: costeranno 32.300 euro contro i 32.900 delle auto a diesel di media cilindrata, e saranno più competitive anche in confronto alle auto di grande cilindrata (44.300 euro di costi contro i 44.600 euro delle auto a diesel).
Le auto alimentate a metanolo da reazione hanno però il limite di avere autonomia limitata: possono percorrere tra i 150 e 250 chilometri e poi devono fare una sosta obbligata di alcune ore per ricaricarsi, e questo le rende idealmente adatte più al traffico di città che a spostamenti di lunga percorrenza. Una soluzione comunque non male per la mobilità urbana, dato che questo tipo di vetture permetterebbe di ridurre dell’80% di emissioni di diossido di carbonio senza produrne di nuova. Potenzialità e limiti del trasporto passeggeri alimentato a metanolo divide e fa discutere, ma per il Parlamento europeo bisogna andare avanti. “L’accesso sempre più limitato e costoso dell’Europa ai combustibili fossili rende obbligatorio considerare tutte le opzioni e le strategie intelligenti”, sostiene il documento del Servizio ricerca del Parlamento Ue, secondo cui “occorre una ricerca notevole per rendere il diossido di carbonio una materia prima attrattiva”.