Il leader del Ppe Jean Claude Juncker sembra ormai a un passo dall’incoronazione a nuovo presidente della Commissione europea e i malumori più o meno dissimulati che fino a qualche giorno fa serpeggiavano fra alcuni dei capi di Stato dell’Ue, sembrano essersi placati definitivamente. Eppure, c’è qualcuno oltre la Manica che non intende demordere e che ha promesso battaglia fino alla fine.
David Cameron, primo ministro del Regno Unito e leader dei Conservatori britannici, ha giurato che farà di tutto per bloccare la nomina del lussemburghese Juncker, esponente della vecchia Europa e quindi considerato d’intralcio alle riforme che la Gran Bretagna chiede. Oggi il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy si è recato al numero 10 di Downing Street proprio per incontrare Cameron in quello che il Daily Telegraph ha definito come “l’ultimo disperato tentativo per evitare che Juncker ottenga il lavoro”.
Quel che è certo è che, comunque vada, la credibilità del primo ministro britannico ha subìto dei duri colpi sia in patria che nel contesto internazionale: “Sarà una sconfitta per il signor Cameron a diversi livelli – argomenta il New York Times – questo lo esporrà al rischio di essere visto come debole a casa propria e isolato all’estero e lascerà che molti mettano in dubbio le sue capacità diplomatiche e di giudizio”.
Il leader dei Conservatori britannici ha però intenzione di giocarsi il tutto per tutto e, a quanto pare, lo farà proprio in occasione del Consiglio dei capi di Stato Ue che si riunirà il 26 e 27 giugno tra Ypres e Bruxelles. Se non dovesse incontrare la disponibilità degli altri leader a considerare nomi alternativi a quello di Juncker – informa l’entourage di Cameron – allora il leader britannico è disposto ad andare allo scontro diretto con gli altri capi di Stato, costringendoli a metterlo in minoranza con un voto “senza precedenti”. In sostanza, o si opta, come è sempre stato, per una decisione consensuale e quindi la nomina del Presidente della Commissione verrebbe rimandata, oppure si va al voto immediato. Ed è stato proprio questo l’oggetto dell’incontro tra Cameron e Van Rompuy, al termine del quale il leader britannico, sottolineando la sua posizione irremovibile, ha twittato: “Ho avuto una discussione completa e franca con Herman Van Rompuy. Gli ho detto che ci dovrà essere un voto sul presidente della Commissione”.
Con questa mossa, sostiene il The Guardian, Cameron punterebbe anche a smascherare la Cancelliera tedesca Angela Merkel e il Presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi che, privatamente, gli avrebbero confidato di nutrire seri dubbi nei confronti di Juncker. Duncan Smith, Segretario di Stato per il lavoro e le pensioni nel governo Cameron, in un’intervista alla Bbc Radio 5 live, ha rivelato: “Stavo parlando con il primo ministro l’altro giorno e mi ha detto che ci sono molti Paesi che condividono il suo punto di vista e che ritengono che Juncker sia l’uomo sbagliato. Italiani, ma anche molti tedeschi la pensano così”. “Questo è il problema con l’Ue – conclude Smith – che è chiusa in questo ridicolo processo per cui se hanno preso una decisione prima delle elezioni, devono in qualche modo ostinarsi su quella”.
In ogni caso Cameron e la Gran Bretagna si trovano a un bivio importante. Secondo la stampa inglese, se Juncker diventasse presidente della Commissione, il Regno Unito si avvicinerebbe all’uscita dall’Unione europea e il referendum promesso da Cameron avrebbe un esito quasi scontato. In più, è la prima volta che uno Stato dell’Ue influente come la Gran Bretagna sembra non avere voce in capitolo nella nomina del presidente e questo fatto potrebbe aprire scenari da cui è difficile tornare indietro.