“Nel momento di difficoltà il vero tifoso si fa vedere. E’ la nostra filosofia, e siamo orgogliosi di essere così”. Così, vale a dire rosso-blu. Alessandro, segretario del Genoa Club di Bruxelles, non lo dice. Perchè è risaputo che a Genova il cuore batte rosso-blu. Così vi diranno i tifosi del Genoa, almeno. I tifosi doriani, invece, vi diranno altro. “Mah, la cosa migliore è l’indifferenza…”, dice quando parliamo di Sampdoria. Eppure, ironia della sorte, è dalla Sampdoria che trae origine il Genoa Club di Bruxelles. Il club è nato il 18 novembre 2012, al termine del derby vinto 3-1 dagli “odiati” rivali. “Quello fu il punto più basso della nostra storia recente, non tanto per il derby quanto perché eravamo ultimi in classifica e perdemmo anche il derby, oltretutto anche con un autogol…”, ricorda Alessandro. Ma da quella sconfitta nacque la voglia di stringersi ancora di più a attorno a una squadra allora in difficoltà, e quel gruppetto di cinque persone decise di dare vita al club, intitolato a Franco Scoglio, mai dimenticato tecnico genoano stroncato troppo presto da un infarto. “Scoglio non era di Genova, anzi con Genova aveva poco a che vedere. Divenne genoano, ma veniva da Messina”. Per tutti, nella Genova rosso-blu, Scoglio “era un esempio di genoanità dura e pura”. Significa che non mollava mai, come i sostenitori genoani. “Giù a testa bassa, soprattutto davanti alle difficoltà”. Ma per i genoani a Bruxelles Scoglio non è solo tenacia, è anche lontananza. Nella parabola dell’emigrante Scoglio è uno dei tanti specchi dove ci si rivede. “Scoglio era messinese, e per noi italiani all’estero è più forte l’idea che la fede calcistica non debba essere per forza un forma di campanilismo”.
Voglia di tifare la propria squadra del cuore, voglia di sentire a casa, partenze e forse ritorni. Bruxelles è tutto questo anche per il Genoa Club Bruxelles Franco Scoglio, che tuttavia conserva una natura “non ufficiale”. Il club non è nel circuito dei circoli genoani, centrale, centralissimo. Fino a pochi mesi fa si riuniva a Saint-Gery, da settembre probabilmente cambierà casa. “Alcune delle persone che erano con noi, e noi non siamo tantissimi, sono andate via”, spiega il segretario. Ora si cercano nuove leve e l’Europa potrebbe essere un bacino d’utenza. Ci sono amici belgi e non italiani che “ci hanno chiesto di convertirli alla fede genoana”, scherza Alessandro. Si tratta delle conoscenze coltivate qui che si portano per passare del tempo assieme. E poi c’è la pagina Facebook del club, che attira curiosi e tifosi. Ma oggi il Genoa Club Bruxells Franco Scoglio è un cantiere aperto: c’è da eleggere il nuovo presidente, e stabilire dove ospitare la nuova sede. Ci si rinnova in vista della nuova stagione, che promette un gemellaggio con il Genoa Club Amsterdam. “Ho un amico lì, e abbiamo pensato di fare qualcosa assieme”. Il futuro del Genoa è carico di prospettive, e certamente farà parlare di sé. Per ora ne parlano i doriani, visto che loro sono più numerosi mentre i genoani sono pochi. “Va bene così”, sorride Alessandro. “I sampdoriani stanno bene solo fuori Genova…”.
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