Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, a Lussemburgo per il Consiglio dei ministri Ecofin, ha messo l’accento sul ruolo chiave che spetterà all’Italia nei prossimi mesi, in vista del semestre europeo di presidenza. Secondo il ministro è arrivato il momento per l’Italia di far sentire il suo peso, grazie anche a un’autorevolezza ritrovata dopo le ultime elezioni europee.
“Quello che sto provando a fare – ha dichiarato Padoan – è innanzitutto costruire un clima di fiducia reciproca all’interno dell’Ue per parlare in modo esplicito dei temi della crescita e dell’occupazione”. Il ministro ha inoltre confidato di aver avuto un forte sentore del sostegno degli altri Stati alla linea presa dalla presidenza italiana: “È importante non perdere tempo in questo processo di dibattito a tutto campo. Molti mi dicono ‘dovete farlo voi adesso’ perché la congiuntura politica – non tanto economica – lo suggerisce. Dobbiamo agire immediatamente per cambiare la rotta sia perché siamo all’inizio di una nuova fase della Commissione, sia perché il governo italiano ha acquisito autorevolezza e questo viene riconosciuto dai miei partner ed è una delle prime cose che mi fanno notare quando ci incontriamo”.
“Noi vogliamo mettere a disposizione dell’Europa tutto questo capitale politico che è stato accumulato dall’Italia – ha ribadito Padoan – come presidenza abbiamo da subito detto che desideriamo promuovere un dibattito che coinvolga tutti i Paesi membri dell’Unione europea e riteniamo che dopo cinque o sei anni di crisi molto dura in cui l’Europa ha gestito la recessione prima con misure di sostegno, poi con l’avviamento del consolidamento fiscale, poi con aggiustamenti nella periferia e infine creando l’Unione bancaria, sia giunto il momento in cui crescita e occupazione, viste le decine di milioni di disoccupati, debbano essere la priorità numero uno”.
Queste le tre tappe che l’Italia si prepara quindi ad affrontare nei prossimi mesi: “Per primo è necessario mettersi d’accordo sulle priorità, secondo mettersi d’accordo sulle grandi linee con le quali si produce crescita e lavoro e cioè attraverso riforme strutturali e investimenti, terzo fare dei passi avanti più rapidi possibili verso la traduzione di questi principi generali in misure specifiche nell’ambito dell’insieme delle regole che già esistono. Queste regole sono sufficientemente ampie e hanno già la flessibilità per recepire i principi e tradurli in misure e in raccomandazioni”.