“Tutto il semestre sarà incentrato sulla prevenzione e sull’educazione ai corretti stili di vita”, ha annunciato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin da Lussemburgo, dove è voltata per il Consiglio Salute. “E questo è il filo conduttore di un’azione nutrizione/qualità che partirà dal semestre e arriverà fino a Expo2015”. Lo scopo di questo intervento, secondo quanto auspicato da Lorenzin, è un maggior coinvolgimento di tutta la popolazione europea perché la qualità della vita possa essere migliorata.
“Vogliamo continuare una programmazione sanitaria nei paesi europei soprattutto alla luce dell’incremento dell’età della popolazione – ha spiegato il ministro – la quale comporta un aumento delle malattie croniche non trasmissibili”. Tra le priorità della presidenza italiana ci sarà anche la lotta all’Aids e alle epatiti e largo spazio verrà riservato alla questione dell’umanizzazione delle cure e delle cure palliative.
“Un tema specifico del nostro semestre sarà quello della salute di genere e quindi della salute della donna – ha aggiunto Lorenzin – Sappiamo quanto sono diversificate le patologie che colpiscono le donne, come ad esempio l’osteoporosi. Poi ci occuperemo di parto e fecondazione e questo nostro approccio è stato molto apprezzato dai colleghi europei”.
L’agenda italiana per i sei mesi di presidenza si concentrerà anche su innovazione, ricerca e sviluppo: “Vogliamo rendere l’Europa più competitiva, ma soprattutto fare in modo che i nostri cittadini abbiano accesso alle cure più avanzate”, dice.
“Un tema per noi fondamentale – ha concluso il ministro – è quello della salute nell’area Mediterranea su cui ci stiamo preparando già da diversi mesi e che diventa sempre più di grande attualità sia dal punto di vista della sicurezza che da quello epidemiologico”. A tale proposito, il ministro ha annunciato che il 27 e 28 ottobre ci sarà una conferenza proprio su questo tema dove si terrà conto di diverse questioni tra cui anche quella dei flussi migratori: “Durante l’incontro ad Atene dell’informale greco abbiamo predisposto, su indicazione del commissario, una sorta di ‘task force’, di gruppo per cominciare a ragionare su interventi in loco nei Paesi del nostro confine Mediterraneo”.