di Domenico Giovinazzo (Roma) e Alfonso Bianchi (Bruxelles)
I destini della prossima Commissione europea sono legati alla ‘riforma’ del Patto di stabilità, e al presidente della Commissione che accetterà di gestirla. Ma su come questa debba avvenire le discussioni sono molto accese. “Il Patto di stabilità è già abbastanza elastico” dice il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, e “le regole attuali sono sufficientemente flessibili i problemi degli anni passati dimostrano che vanno rispettate”. Anche il suo omologo italiano, Pier Carlo Padoan, ha affermato che si può avere maggior flessibilità con strumenti Ue già esistenti.
Ma in qualche modo la possibilità di scorporare alcuni investimenti pubblici dal conteggio del 3% nel rapporto deficit/Pil dovrà pur essere accordata per rispettare la volontà di quei Paesi, come l’Italia, che ne hanno fatto un punto fermo per il consenso a qualsiasi nomina alla guida dell’esecutivo di Bruxelles. La Francia, che pure condivide questa battaglia, pubblicamente non si sbilancia. “Le regole sono regole” ha affermato il ministro delle Finanze di Parigi, Michel Sapin, al suo arrivo all’Ecofin in Lussemburgo, “noi non chiediamo un cambiamento nelle regole”.
Il sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, nella serata di mercoledì, ha incontrato i consiglieri del presidente Francois Hollande, in particolare quello per gli Affari Esteri Philippe Leglise-Costa, anche in vista di un un vertice che si svolgerà domani all’Eliseo tra Hollande, Renzi e altri leader socialisti euroepi come Martin Schulz, Elio Di Rupo, Sigmar Gabriel, Elio Di Rupo e Werner Faymann. La scelta di Jean-Claude Juncker come capo della Commissione e la questione dell’ammorbidimento delle regole del Patto di stabilità saranno sul tavolo.
Gli europarlamentari parlano molto più chiaramente della cosa. “Il gruppo socialista si è dato un documento di base in cui sono state affrontate le questioni di una maggiore flessibilità del Patto di Stabilità, in modo da garantire maggiore ricchezza, crescita e creazione posti di lavoro”, ha ribadito Gianni Pittella, Presidente ad interim del Parlamento europeo e futuro capogruppo dei socialisti in Aula. E anche la delegazione italiana del Ppe ha chiesto al suo gruppo, riunito ad Albufeira in Portogallo, di inserire tra le priorità della prossima legislatura la modifica della cosiddetta Golden Rule, in modo da garantire agli Stati Membri la flessibilità di bilancio. “Ciò consentirà di investire in infrastrutture, progetti, innovazione, creando le condizioni per creare nuova occupazione e far ripartire la nostra economia”, ha detto l’eurodeputato Giovanni La Via.
Quello che è sicuro è che si dovrà lavorare sui dettagli. “Si farà il tentativo di concordare con la Commissione europea la possibilità di escludere una parte dei fondi su progetti specifici”, ha ipotizzato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio. Se la quadra si dovesse trovare nella prossima settimana, prima del Consiglio europeo di giovedì prossimo, le speranze per Jean-Claude Juncker di essere indicato dai Ventotto come Presidente dell’esecutivo sarebbero molto più elevate.