Il Belgio é un paese accogliente, divertente, e sempre sorprendente. Molto pragmatici, i cittadini del piccolo regno passano la lora vita a sistemare la questione istituzionale da ormai oltre 150 anni, forzati come sono stati a vivere insieme pur essendo tre comunità linguistiche e culturali del tutto diverse: fiamminga, francofona e germanofona.
L’ultima novità, che abbiamo scoperto solo oggi, ma che in Belgio non deve essere un segreto, è che la bandiera del Paese non è quella descritta in Costituzione. Si decise, a un solo anno dalla nascita del Paese, di cambiarla, ma senza che ci fosse una decisione formale, la si cambiò e basta (e non si sa chi lo decise), mentre in Costituzione ancora si descrive la vecchia.
Il quotidiano fiammingo De Morgen ha approfondito la questione con l’esperto di diritto costituzionale Jogchum Vrielink, dell’Università di Lovanio. “Nel 1830, anno di nascita del Belgio – spiega il professore – l’ordine dei colori era rosso-giallo-nero divisi su tre bande orizzontali. Però nel gennaio del 1031 qualcuno ha deciso che si doveva segnare la differenza con la bandiera degli ex occupanti olandesi e la bandiera è stata girata”. E si decise, per ragioni araldiche di mettere il nero attaccato all’asta, scrive il quotidiano.
L’articolo 193 della Carta fondamentale del regno dice che “La nazione belga adotta i colori rosso, giallo e nero e per stemma del regno il Leone belga con la frase l’Unione fa la forza”.
Secondo il professor Vrielink “il Belgio è il solo paese al mondo nel quale la bandiera non segue alla lettera la disposizione di colori prevista nella Costituzione”. Però, osserva serafico il giornalista fiammingo: oramai appare improbabile che la bandiera venga rigirata, e ancora più improbabile è che la costituzione venga modificata”.