A luglio l’Italia diventa presidente di turno del Consiglio Ue, ma l’agenda politica guarda oltre i sei mesi di presidenza. Il nostro paese sta lavorando con Lettonia e Lussemburgo per un programma di più ampio respiro che possa dare omogeneità e continuità all’attività che inizia sotto presidenza italiana.
I tre paesi hanno messo a punto una bozza di documento programmatico in cui si definiscono le priorità d’intervento da qui alla fine del 2015, quando scadrà la presidenza lussemburghese. Da notare come i tre governi abbiano messo nero su bianco l’esigenza di accompagnare l’esigenza di riforme e consolidamento a esigenze di flessibilità, come richiesto dall’Italia pronta – in caso di effettive garanzie in queste senso – a sostenere il lussemburghese Jean-Claude Juncker alla presidenza della Commissione europea. Italia, Lettonia e Lussemburgo – paesi presidenti di turno in successione – hanno messo a punto un documento che in realtà va anche oltre dicembre 2015: per quanto riguarda il percorso ritenuto strategico del lavoro del Consiglio sono state consultate anche le future presidenze di Paesi Bassi, Slovacchia e Malta, proiettandosi dunque a giugno 2017.
Tutti i settori ovviamente sono toccati dal documento già circolante a Bruxelles. “Completamento del mercato unico digitale entro il 2015”, stesura del trattato per la comunità energetica post-2016, modifica delle regole sul funzionamento dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) e proposta legislativa sull’uso dei droni “nel corso del 2015” alcune delle priorità individuate nei vari settori.
Sul fronte economico consolidamente e riforme sono il patto a tre stipulato dai paesi con la presidenza di turno dell’Ue fino alla fine del 2015. L’imperativo però è uscire dal rigore, e quindi le tre presidenze lavoreranno per “un consolidamento fiscale differenziato e amico della crescita”. Il Consiglio aspetta poi la proposta di revisione delle regole di governance economica che la Commissione presenterà a metà dicembre: il dossier sarà gestito in primissima battuta dall’Italia. Sul fronte finanziario le tre presidenze svilupperanno dibattito e – auspicabilmente – nuove regole per il settore bancario al fine di ridurre i rischi. Tra le proposte il possibile bando del “proprietary trading”, l’attività di compra-vendita attraverso scorte commerciali (obbligazioni, valute, derivate e altri strumenti finanziari) che la banca fa per sé e non per conto della sua clientela al fine di ottenere profitti. Si pensa poi a una maggiore traspartenza sul settore bancario. Nuove regole dovranno essere applicate agli intermediari “anche nel settore bancario ombra” al fine di ridurre i rischi sistemici. Per la fine del 2015 le tre presidenze intendono inoltre concludere la revisione delle norme per i benchmark, gli indici di riferimento per la valutazione dei fondi di investimento. Maggiore armonizzazione delle regole per l’applicazioen dell’Iva è un altro obiettivo posto che si sono posti Italia, Lettonia e Lussemburgo. Quanto alle questioni di budget comunitario, “il Consiglio prenderà una decisione sulla revisione del budget pluriennale prima dell’1 maggio 2015”. Sarà dunque sotto presidenza lettone che si riaprirà il dossier.
Capitolo ritenuto “cruciale” per le tre prossime presidenze è quello della migrazione. “Sia le politiche sulla migrazione sia la gestione delle frontiere esterne dell’Ue rimangono di fondamentamente importanza”, recita il documento. In questo ruolo fondamentale giocherà Frontex, l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea. Italia, Lettonia e Lussemburgo “riconoscono l’importanza strategica delle agenzie europee e ne metteranno in risalto il ruolo chiave”, e in tal senso l’obiettivo delle tre presidenze è “assicurare la piena operabilità del sistema di monitoraggio Eurosur e delle operazioni congiunte sulle frontiere marittime, coordinate da Frontex”. Un dibattito politico sullo sviluppo degli assetti futuri di Frontex “è atteso, possibilmente verso la fine del 2014” e dunque dall’Italia. In linea di appproccio, “la cooperazione con i paesi d’origine rimarrà una priorità per i prossimi diciotto mesi”, e dunque programmi di collaborazione con i paesi extra-Ue saranno il cuore delle politiche dell’Ue. Tra le varie iniziative in cantiere un nuovo dialogo Ue-paesi dell’Africa orientale sul problema migratorio, con particolare attenzione alla lotta al traffico di essere umani. Le tre presidenze, inoltre, “esploreranno la possibilità di nuove iniziative” di contrasto all’immigrazione irregolare, fermo restando che “lo sviluppo di una serie completa di accordi di riammissione con paesi terzi rilevanti resterà una priorità”. Il Consiglio Ue “continuerà” quindi a promuovere la cooperazione con i paesi extracomunitari per quanto riguarda il ritorno, in particolare il ritorno volontario dei migranti.
Quanto alle politiche di asilo, ora che l’iter legislativo per il Sistema comune di asilo europeo è completato, nel corso dei prossimi 18 mesi si lavorerà per far sì che gli Stati membri introducano e attuino a livello nazionale il sistema comune medesimo. Inoltre si cercherà di trovare una soluzione “alla questione ancora irrisolta del mutuo riconoscimento delle decisioni nazionali e della protezione internazionale” in tema di asilo. “Speciale attenzione” sarà riservata a migranti e rifugiati siriani saranno al centro del mirino alla luce della crisi senza fine nel paese.