Manca una settimana esatta da oggi: il 24 giugno i gruppi all’interno del Parlamento europeo devono essere formati per potere cominciare a lavorare insieme dalla prima plenaria dall’1 al 3 luglio prossimi. Una scadenza che si avvicina a grandi passi e che comincia a fare tremare i grandi vincitori delle elezioni europee, quei gruppi euroscettici che a pochi giorni dalla deadline navigano ancora in alto mare, sono lontani dall’essere riusciti a crearsi una famiglia europea.
L’impresa sembra ormai davvero ardua per l’ex gruppo Efd, guidato dal leader indipendentista britannico, Nigel Farage. Dopo avere cantato vittoria per l’adesione del M5S di Grillo e avere assicurato che presto il gruppo sarebbe stato presentato, gli euroscettici continuano a collezionare defezioni. L’ultima in ordine di tempo è quella del deputato olandese del Partito politico riformato, Bas Belder che ha ufficializzato la sua unione ai conservatori.
ECR formally accepts application by @EurofractieSGP MEP Bas Belder. Welcome to him! 64 MEPs in the group now.
— ECR Group (@ecrgroup) June 17, 2014
Farage si ferma per il momento soltanto a quota 4 partiti (contro i 7 di diverse nazionalità necessari per formare un gruppo). Ci sono i lettoni dell’Unione dei Verdi e degli Agricoltori e i cechi del Partito dei liberi cittadini. Ci sarebbero anche i lituani di Ordine e giustizia, confermati secondo fonti interne a Efd, ma che altri continuano a dare invece come in trattativa anche con il gruppo di estrema destra di Marine Le Pen.
Il tempo stringe e tutte le forze sono impegnate nel tentativo di concludere alleanze: Efd questa settimana non farà riunioni di gruppo ma utilizzerà tutto il tempo per le trattative. In prima linea anche il capo delegazione del Movimento 5 Stelle, Ignazio Corrao che ha incontrato la lettone Iveta Grigule, che assicura, “è strafelice di entrare nel gruppo con noi” e a breve inconterà i democratici svedesi: con loro ci si gioca davvero il tutto per tutto, visto che sono rimasti praticamente l’unico partito ancora su piazza. Una loro adesione a Efd non è poi così improbabile dato che, in vista della scadenza elettorale di settembre, il partito non vuole posizionarsi troppo a destra unendosi a Le Pen mentre a ostacolare un’unione a Ecr c’è il veto di alcuni partiti che hanno già aderito (ad esempio i Danesi). “Il gruppo si farà”, insiste Corrao, che anticipa anche quale potrebbe essere il nome del gruppo, nel caso in cui dovesse vedere la luce: “Potrebbe chiamarsi Democrazia diretta, un nome che piace molto a tutti”.
Non è fatta nemmeno per Le Pen a cui mancherebbe oggi ancora un partito. Oltre ai cinque già ufficializzati (Lega Nord, belgi di Vlaams Belang, l’austriaco FPO, e il Partito per la libertà olandese) i rumors danno per quasi certo anche il Congresso della nuova destra polacco, in questi ultimi giorni sarà battaglia per assicurarsi il settimo componente e le possibilità non sembrano rimaste molte.