Trovare un’occupazione è sempre più difficile? A contribuire sono anche un’istruzione e una formazione molto poco adatte al mondo del lavoro. A suggerirlo è un’indagine Eurobarometro, condotta su 28 mila cittadini di tutti e 28 gli Stati membri: quasi uno su quattro ritiene che l’istruzione ricevuta non lo abbia dotato delle abilità necessarie a trovare un lavoro in linea con le proprie qualifiche.
Mentre oltre la metà dei rispondenti (56%) pensa che le proprie qualifiche sarebbero riconosciute in altri Stati membri, il 6% ha tentato di lavorare o studiare in un altro Stato membro senza riuscirvi a causa del mancato riconoscimento delle qualifiche da parte del potenziale datore di lavoro o dell’istituzione d’istruzione oppure perché non disponeva di informazioni sul riconoscimento delle proprie qualifiche all’estero.
Secondo i cittaadini dell’Ue, gli aspetti più importanti dell’istruzione e della formazione riguardano in particolare la capacità degli insegnanti di stimolare l’impegno e la motivazione degli studenti. Questo è l’aspetto che, secondo i rispondenti, richiede i maggiori miglioramenti (51%). Altri ambiti suscettibili di miglioramento sono i contesti apprenditivi, in cui si dovrebbe stimolare la creatività e la curiosità (41%) e l’esperienza lavorativa pratica presso un’impresa o un’organizzazione (37%). Una grande maggioranza di cittadini dell’Ue (95%) ritiene che sia possibile acquisire abilità al di fuori dell’istruzione formale, in particolare le competenze in lingue straniere e le abilità da usarsi in diversi posti di lavoro.
Soltanto il 9% afferma di conoscere il livello del quadro europeo delle qualifiche cui corrispondono le qualifiche in suo possesso e appena il 21% ha sentito parlare del quadro europeo delle qualifiche. Il 44% afferma di avere cercato informazioni di qualche genere in materia di istruzione ma solo poco più della metà dei rispondenti (56%) dichiara di aver trovato le informazioni richieste con facilità.
I risultati dell’indagine sono confermati anche da una consultazione online condotta separatamente dalla Commissione, con il contributo di esperti dell’istruzione e della formazione di 36 Paesi (tutti gli Stati membri più Norvegia, Svizzera, Turchia, Serbia, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Montenegro e Australia). La consultazione collezionava i diversi punti di vista sugli ostacoli che le persone incontrano per far riconoscere in Europa le loro abilità e qualifiche e ha registrato un forte consenso a favore di interventi volti a semplificare gli strumenti europei di riconoscimento delle abilità e delle qualifiche, a renderli più coerenti e più agevoli d’uso e ad assicurare una maggiore attenzione ai bisogni degli allievi, degli studenti, dei lavoratori e dei datori di lavoro. I rispondenti hanno inoltre chiesto che nell’ambito dell’istruzione e della formazione si desse maggiore rilievo a ciò che si apprende realmente piuttosto che al numero di ore di istruzione.
“Il nostro obiettivo è semplice: ognuno in Europa dovrebbe essere in grado di far comprendere e riconoscere le proprie abilità e qualifiche sia all’interno del proprio Paese che al di là dei confini nazionali, da parte dei datori di lavoro e delle istituzioni d’istruzione”, ha spiegato la responsabile europea per l’istruzione, Androulla Vassiliou. Per la commissaria “le abilità e qualifiche devono essere riconosciute in modo equo, comparabile e trasparente in modo da migliorare l’occupabilità delle persone o aprire loro percorsi di apprendimento ulteriore”.