Dopo le minacce e due rinvii, ora Mosca fa sul serio: dalle 10 di oggi (le 8 in Italia), la Russia ha tagliato le forniture di gas all’Ucraina. Oggi è scaduto l’ultimatum di Gazprom per ottenere da Kiev il saldo parziale del conto del gas già fornito all’Ucraina: il colosso russo esigeva il pagamento di almeno 1,95 miliardi di dollari, su un totale di 4 miliardi di debito. Da adesso sarà attivo il sistema di pagamento anticipato: Kiev riceverà soltanto il gas per il quale ha saldato in anticipo, e cioè per il mese di giugno assolutamete nulla. La decisione arriva dopo il fallimento degli ultimi negoziati nella notte tra Kiev e Mosca, con la mediazione dell’Ue, per tentare di trovare un accordo sul rimborso del debito e il prezzo del gas.
La decisione di Mosca fa tremare anche il vecchio continente: il 50% delle forniture di gas russo verso l’Europa transitano in territorio Ucraino e già durante i conflitti del gas del 2006 e del 2009, anche i Paesi dell’Ue subirono ripercussioni. Per il momento Bruxelles non conferma che i rubinetti del gas dalla Russia verso Kiev siano già stati chiusi: “Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione sull’interruzione dei flussi di gas – spiega la portavoce del commissario europeo all’energia, Guenther Oettinger – quindi per noi per il momento è tutto normale”.
I rischi però non mancano, come avverte lo stesso colosso del gas russo. Gazprom ha fatto sapere di avere avvisato la Commissione europea su “possibili interruzioni” delle forniture, nel caso in cui l’Ucraina, che è comunque “obbligata a garantire il transito”, decidesse di prelevare metano dai volumi destinati al transito. Lo stesso timore del commissario Oettinger: “Le prossime settimane non saranno problematiche, riceveremo gli abituali volumi di gas”, ha spiegato, ma se l’Ucraina dovesse attingere dalle riserve “potremmo avere problemi nel caso di un inverno rigido”.
Per evitare inconvenienti, mentre si prepara ad esamniare i rischi di interruzione dei flussi, la Commissione europea ha chiesto all’Ucraina di innalzare il livello delle sue riserve di gas da 13,5 a 20 miliardi di metri cubi. Questo infatti è il livello che, secondo Bruxelles, sarebbe necessario “per assicurare la sicurezza della fornitura del gas russo acquistato dall’Unione europea” mentre oggi il livello è fermo a 13,5 miliardi di metri cubi. “L’Ucraina – ha spiegato la portavoce di Oettinger – dovrà completare le sue riserve prima della fine dell’estate”.
La proposta di mediazione avanzata dalla Commissione Ue e bocciata dalla Russia prevedeva che l’Ucraina pagasse un miliardo di dollari subito, ovvero entro oggi, e che il resto dei conti in sospeso fossero regolati in 6 tappe per completarne il pagamento entro la fine dell’anno, mentre per le future forniture i conti sarebbero stati pagati nelle scadenze stabilite dal contratto. Per quanto riguarda il prezzo futuro del gas, la Commissione proponeva due diverse cifre: l’estate 300 dollari per 1.000 metri cubi, e l’inverno 385 dollari. L’Ucraina era disposta ad accettare il compromesso, mentre la Russia lo ha respinto, insistendo sul pagamento immediato di 1,9 miliardi di arretrati e un prezzo futuro di 385 dollari senza sconti estivi.
Nonostante il fallimento dei negoziati, l’esecutivo Ue non si dà per vinto: Oettinger continua a professarsi “convinto che una soluzione sia ancora possibile” e ha garantito che si impegnerà “nell’interesse di tutte le parti coinvolte, a riflettere sui prossimi passi da fare e su quando riunire nuovamente le parti”.