C’è un punto di cui il Movimento 5 Stelle ha sempre fatto il suo cavallo di battaglia: guai a chi ruba i soldi pubblici. Chissà allora, come Beppe Grillo e amici reagiranno alla notizia che oggi appare in apertura di tutti i principali quotidiani britannici: Nigel Farage, il leader del partito con cui proprio ieri il Movimento 5 Stelle ha deciso di allearsi nel Parlamento europeo, è al centro di uno scandalo per circa 250 mila euro di donazioni non dichiarate.
Secondo quanto riportato dai giornali britannici, dal 2001 ad oggi Farage avrebbe usufruito di circa 200 mila sterline di donazioni giunte da un fervido sostenitore dell’Ukip, John Longhurst. Tra queste anche l’utilizzo, a titolo gratuito, di un ufficio della delegazione europarlamentare dell’Ukip nel West Sussex. Secondo una legge del 2000, le donazioni avrebbero dovuto essere dichiarate dopo massimo 30 giorni da ogni singola donazione. Quelle ricevute da Farage (circa 14), pur essendo state riportate al parlamento europeo, non sono invece state comunicate alla commissione elettorale britannica, se non lo scorso 16 maggio. Un semplice problema burocratico? No, visto che Farage avrebbe ricevuto fondi per l’affitto dell’ufficio di cui invece usufruiva in modo assolutamente gratuito. Secondo quanto riportato dal Times nelle scorse settimane, Farage avrebbe ricevuto circa 15mila sterline all’anno (18.600 euro) come rimborso per le spese dell’ufficio, i cui costi effettivi sarebbero in realtà stati di sole 3mila sterline l’anno. Come scrive il Guardian, mancano all’appello 160mila sterline di rimborsi europei, che Farage potrebbe ora essere chiamato a giustificare davanti alla Commissione elettorale britannica.
Le autorità al momento stanno valutando se intraprendere azioni nei confronti del leader euroscettico che, secondo i media britannici, rischia una multa se non addirittura una condanna fino ad un anno di carcere. Dal canto suo, il leader dell’Ukip si difende affermando di aver fatto tutto secondo le regole dichiarando la donazione presso il registro del parlamento europeo a Bruxelles. Emerge tuttavia che la stessa dichiarazione sarebbe dovuta pervenire anche alle autorità britanniche, cosa che Farage ha provveduto a fare dopo che il caso è emerso sulla stampa nel Regno Unito. La sede al centro della vicenda, spiega l’Ukip, è stata utilizzata come ufficio per un parlamentare europeo, per questo la registrazione a Bruxelles è stata ritenuta quella più logica.