È forse la strada più semplice nel breve periodo, ma più tortuosa nel lungo, eppure Jean-Claude Juncker sembra sia deciso e ai suoi lo avrebbe detto chiaramente: in Parlamento cercherà di formare una maggioranza solo con popolari e socialisti. I numeri ci sono, seppur risicati: 191 socialisti più 221 popolari fanno in tutto 412 deputati, solo 36 in più della maggioranza di 376. “Juncker è convinto di avere più facilità nelle trattative per formare la nuova Commissione e avere la ‘fiducia’ dell’Aula, ma il Parlamento europeo non è il Lussemburgo e se riuscisse a ottenere l’incarico e il via libera del Parlamento avrà un bel lavoro da fare per tenere a bada i suoi negli anni a venire”, afferma una fonte del Parlamento. In effetti con 36 soli voti di maggioranza la fedeltà assoluta di tutti i componenti del gruppo dovrà essere pressoché totale. “Ma spesso le logiche nazionali prevalgono nelle scelte dei deputati e quindi il lavoro sarà piuttosto duro”, continua la fonte.
Dopo i colloqui con Van Rompuy ieri il capogruppo dei popolari, Manfred Weber, lo ha lasciato chiaramente intendere. Parlando con la stampa ha affermato che “ci sono discussioni con tutte le forze democratiche nel Parlamento, ma inizieremo con gli S&D”. Con loro, secondo Weber, “c’è una maggioranza risicata ma chiara, e quella sarà la base per lavorare nella prossima legislatura”. “La mia impressione – ha continuato il leader dei deputati popolari – è che entrambi i gruppi siano favorevoli a lavorare insieme, non solo i leader, ma tutti i componenti del gruppo sanno che c’è bisogno di un buono spirito di cooperazione per l’avvenire dell’Europa”.
E ‘cooperazione’ è proprio la parola chiave che sempre con maggiore insistenza sta circolando nei corridoi del Parlamento europeo dove qualcuno immagina anche a una sorta di struttura permanente in cui socialisti e popolari dovrebbero limare le loro differenze prima di portare in Aula i provvedimenti più complicati. “Quando non ci sarà accordo i popolari guarderanno ai liberali e alla loro destra per cercare maggioranze alternative su singoli provvedimenti”, spiega un’altra fonte. “Era così anche nella scorsa legislatura quando la maggioranza era più chiara, nessuna novità, questa è la politica”, conclude.