Cipro ci riprova: da febbraio 2014 è iniziato un nuovo round di negoziati di pace tra le due nazioni in cui è divisa l’isola. Il presidente greco-cipriota Nicos Anastasiades e il leader turco-cipriota Derviş Eroğlu hanno raggiunto un accordo, un ‘Joint Statement’ mediato dall’Onu perché riprendano le trattative per creare un unico Stato sovrano e indipendente, formato da due entità con pari diritti.
Sono ormai 40 anni che l’isola è spaccata in due, da quando, il 20 luglio 1974, le truppe turche invasero e occuparono più di un terzo del Paese dando vita, nel 1983, alla Repubblica Turca di Cipro del Nord, ufficialmente riconosciuta solo dal governo di Ankara ma non dalla comunità internazionale. Da allora i tentativi di riunificazione sono stati molteplici, ma si sono tutti risolti in un niente di fatto. L’ultimo vero sforzo per risolvere il conflitto risale ad oltre dieci anni fa, quando venne proposto un referendum per la creazione di uno Stato federale. Il risultato fu disastroso e anche se i turco-ciprioti lo approvarono con più del 64% di voti favorevoli, i greco-ciprioti lo rifiutarono con il 75% dei no.
“Questa potrebbe essere la volta buona, ci sono segnali che fanno sperare in una risoluzione positiva – ha affermato l’ambasciatore Andreas Mavroyiannis, capo negoziatore della comunità greco-cipriota oggi a Bruxelles per illustrare i progressi fatti negli ultimi mesi – Il confronto si è spostato su temi cruciali mai affrontati prima come la sicurezza e soprattutto per la prima volta c’è un nuovo approccio ai negoziati: affrontare le questioni in maniera interdipendente e senza l’interferenza di attori esterni”.
Il prossimo passaggio, stando a quanto auspicato dall’ambasciatore, sarà mettere sul tavolo tutte le proposte e le problematiche entro fine luglio. L’aspetto su cui la comunità greco-cipriota non intende cedere è l’appartenenza del Paese all’Unione europea, sancita oramai dal 2004: “Abbiamo una responsabilità enorme – ha continuato Mavroyiannis – non faremo niente che metta in discussione la nostra partecipazione all’Ue e anzi, la dimensione europea può avere un effetto catalizzatore nel determinare un futuro unito per Cipro”.
Secondo l’ambasciatore la sensibilità delle persone oggi è molto cambiata, i turco-ciprioti vedono nell’Europa il proprio futuro, un’opportunità per spostarsi, viaggiare o studiare. “È vero che soprattutto le generazioni più giovani, quelle nate dopo il 1974, non hanno vissuto il colpo della separazione e quindi non sanno cosa significhi vivere in un Paese unito – ha spiegato l’ambasciatore – però sono sempre di più quelli che avvertono il bisogno di far parte di una normale società europea. Il desiderio certo non manca”.
Mavroyiannis si è poi soffermato sul ruolo che stanno giocando gli Stati Uniti in questo processo di riunificazione: “Ulteriore dimostrazione del loro impegno – ha sottolineato l’ambasciatore – è stata la visita nell’isola del vice presidente Usa Joe Biden”. Senza contare che per gli Stati Uniti la stabilizzazione dell’area sarebbe fondamentale, anche alla luce delle recenti scoperte energetiche nel Mediterraneo Orientale. “Cipro è singolarmente situata in un periodo cruciale della storia moderna – queste erano state le parole di Biden – grazie al quale può divenire un nuovo condotto energetico e un ‘hub globale’ per il gas”.