Il referendum per chiedere agli iscritti quale debba essere la collocazione del Movimento 5 Stelle all’interno del Parlamento europeo voleva consentire ai cittadini di “operare una scelta su opzioni reali” e i Verdi non lo sono. Così, in una nota pubblicata sulla pagina Facebook del Movimento, i Cinque Stelle spiegano la decisione di escludere gli ecologisti dalle possibili opzioni tra cui scegliere la famiglia europea più adatta. “I negoziati, condotti da Beppe Grillo, – precisa la nota – sono stati aperti a tutti i gruppi che hanno manifestato, in maniera unitaria e per voce dei loro segretari generali, l’intenzione di accogliere la delegazione italiana M5S, chiarendo in maniera trasparente e anticipata l’offerta di adesione, illustrandone vantaggi e svantaggi e consegnando così agli elettori (gli attivisti certificati, i soli titolati a decidere) dati chiari, certi e ufficiali sulla base dei quali compiere una scelta responsabile e concreta”.
Cosa che, sostengono i grillini, i Greens non hanno fatto: “Il Gruppo Politico dei Verdi europei, sulla scorta delle differenti vedute coesistenti al suo interno e nonostante le richieste del M5S fatte pervenire a vari livelli – si legge ancora – ha dapprima espresso la chiara intenzione di non partecipare alla consultazione senza che dallo stesso venissero preventivamente esclusi altri candidati (una richiesta che non è ricevibile perché nel M5S sono i cittadini a decidere, secondo i principi della democrazia diretta, quali opzioni considerare valide e quali no), e ha poi solo ieri sera comunicato che, nel caso in cui la consultazione si fosse espressa favorevolmente al loro Gruppo, allora successivamente sarebbe stato possibile eventualmente intavolare una trattativa”.
Un approccio che, secondo il Movimento 5 Stelle “inverte sostanzialmente il corretto ordine di composizione dell’offerta consultativa, perché prima di scegliere i cittadini devono sapere in anticipo se un Gruppo Politico europeo, in maniera unitaria e ufficiale, accoglierà il M5S al suo interno, e se sì a quali condizioni”. Sarebbe, insomma, “come se un venditore chiedesse ai suoi clienti di firmare “prima” per l’acquisto della sua merce, della quale solo in seguito saprà indicare le caratteristiche, il prezzo e perfino la disponibilità”.
Efd ed Ecr sono stati gli unici che “hanno accettato da subito di avviare un negoziato reale con il Movimento 5 Stelle, affidandolo ufficialmente a chi ha la titolarità formale per condurre le trattative nel quadro di una visione unitaria rispetto alla volontà politica del Gruppo stesso”.