La strategia politica di Martin Schulz, finito al momento piuttosto in ombra nella partita per la formazione della nuova Commissione europea, sta tenendo bloccato l’intero gruppo socialista e cominciano a sollevarsi malumori anche tra i suoi. Il Presidente uscente del Parlamento europeo è riuscito ad imporre di farsi eleggere mercoledì prossimo capogruppo per poter gestire in prima persona le trattative con il Consiglio, ma ancora non ha chiarito la durata di questa nomina, che tutti si aspettano essere a tempo, né quali saranno i passi successivi che intende compiere.
“Alcuni partiti europei, in primis i francesi e gli spagnoli, hanno chiesto chiarezza e non vogliono dargli un mandato in bianco mercoledì”, spiega una fonte del gruppo. A quanto pare il tedesco, rendendosi conto che attorno al candidato popolare alla guida della Commissione, Jean-Claude Juncker, si sta creando una maggioranza che coivolgerà anche il suo partito, sta lavorando perché nell’ipotetica Commissione Juncker a lui venga affidato un posto da commissario “pesante” o almeno con il rango di vicepresidente. Per riuscirci il leader della Spd e vicecancelliere, Sigmar Gabriel, starebbe facendo anche pressione su Angela Merkel mettendo sul piatto la tenuta degli equilibri della Grosse Koalition di Berlino. Ma Merkel, che non nutre una grande simpatia per Schulz, non è certo tipa da piegarsi tanto facilmente. Per questo il socialista starebbe già preparando un piano B, nel caso in cui Juncker non riuscisse a formare la Commissione o comunque nel caso in cui lui non riuscisse a conquistarsi un posto nell’esecutivo: farsi rieleggere Presidente del Parlamento. “Ma così facendo sta costringendo tutto il gruppo a tenere in sospeso le trattative per le diverse cariche dell’Aula, in quanto dobbiamo necessariamente aspettare l’evolversi della situazione”. E non solo, “non è detto nemmeno che in Aula avrebbe i voti per farsi rieleggere, di sicuro non alla prima e forse nemmeno alla seconda votazione” (che richiedono la maggioranza assoluta, prima di andare al ballottaggio tra i candidati più votati), continua la fonte. Ma per il momento Schulz resta il candidato unico alla guida del gruppo, che potrebbe anche diventare un ripiego definitivo ma comodo nel caso, come molti sospettano, tutti gli altri piani dovessero fallire, “Pubblicamente tutti lo sostengono – continua la fonte – ma i malumori sono crescenti da più parti”.