In molti erano pronti a giurare che il grande giorno sarebbe stato oggi: Marine Le Pen, si diceva, ha già definito quali saranno i partiti con cui costituire un gruppo al Parlamento europeo e oggi li presenterà ufficialmente. Niente di tutto questo. Il gruppo dell’estrema destra ancora non c’è e il lavoro da fare rimane parecchio, tanto che difficilmente ci saranno presentazioni ufficiali della nuova coalizione prima della scadenza per costituire i gruppi, il prossimo 24 giugno.
Oggi il leader della Lega Nord, Matteo Salvini è volato a Bruxelles: “Incontro Le Pen e altri alleati, si comincia!”, ha twittato in mattinata, alimentando le fantasie di chi sosteneva che la presentazione del gruppo fosse ad un passo. E invece quello di oggi era soltanto un incontro interlocutorio, come ne serviranno altri (uno sembra già il prossimo lunedì), per continuare le trattative, che sono intese e lontane dall’essere concluse. “Si è trattato di un incontro di lavoro: si è parlato del possibile nome del futuro gruppo, che potrebbe essere Europa delle Nazioni e delle libertà e si è iniziato a lavorare ad uno statuto del gruppo”, spiega il capo delegazione del Carroccio, Lorenzo Fontana, dopo avere preso parte all’incontro.
Ma soprattutto si è fatto il punto sulle possibili adesioni. “Per il momento – assicura Fontana – ci sono 5 partiti confermati e altri 5 in trattativa. Le prospettive sono buone ma c’è ancora da lavorare: fino al 24 non credo si riuscirà a fare nessuna presentazione ufficiale”. I partiti in trattativa, spiega l’esponente della Lega, sono: polacchi, bulgari, svedesi, romeni e lituani. Su questi ultimi (i due deputati eletti dal partito Ordine e giustizia) si è aperto un piccolo giallo. Attualmente sono nel gruppo Efd con Nigel Farage, poi erano stati dati come acquisto sicuro del gruppo capeggiato da Marine Le Pen, ma la voce è stata categoricamente smentita dai due stessi deputati e anche dallo stesso gruppo Efd. La Lega assicura invece che i dialoghi ci sono, almeno con uno dei due deputati eletti, che sarebbe interessato all’adesione.
Al netto dei dialoghi in corso, comunque, il dato certo è che i partiti che hanno confermato l’adesione al gruppo sono rimasti fermi a quota cinque, gli stessi che Le Pen aveva già presentanto settimane fa. Ne mancano, è vero, soltanto due, ma il ritmo dei progressi non è incoraggiante, visto anche che, sull’altro fronte, anche il leader dell’Ukip, Nigel Farage sta affilando le armi nel tentativo di fare proseliti tra gli indecisi.