Sette giorni dedicati ai diversi tipi di attività fisica in giro per l’Europa. Manca ancora più di un anno alla prima Settimana europea dello sport che si celebrerà a settembre del 2015, ma Androulla Vassiliou, Commissaria europea responsabile per lo Sport, ha già annunciato quale sarà il ruolo della Commissione e le iniziative in programma.
“I nostri piani per la Settimana europea dello sport sono ben avviati – ha dichiarato Vassiliou – i risultati dell’indagine Eurobarometro evidenziano l’esigenza di adottare misure volte a convincere tutti gli europei a combattere la pigrizia e a rendere lo sport e l’esercizio fisico una parte integrante della loro vita quotidiana. Si tratta di un punto fondamentale, non solo in termini di salute e benessere, ma anche per i notevoli costi economici che l’inattività fisica comporta”.
Secondo l’indagine Eurobarometro sullo sport e l’attività fisica quasi il 60% dei cittadini dell’Unione europea non pratica mai sport o attività fisica oppure lo fa solo raramente. L’idea di istituire un’intera settimana volta a promuovere l’esercizio fisico e lo sport in tutte le sue declinazioni è nata nel 2012, su proposta dell’eurodeputato spagnolo Santiago Fisas. La Commissione europea, nello stesso anno, ha avviato le consultazioni con gli Stati membri e le organizzazioni sportive per far tesoro dei programmi già esistenti e per garantire il pieno sostegno all’iniziativa.
Durante la Settimana il compito della Commissione sarà quello di coordinare a livello europeo, nazionale e locale, gli eventi e le diverse attività che si svolgeranno negli Stati membri. Le organizzazioni che aderiscono riceveranno le indicazioni da seguire e il logo della Settimana europea dello sport.
A fornire i finanziamenti sarà la Commissione stessa, nell’ambito del progetto Erasmus+, il nuovo programma dell’Ue per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport. Il programma, che per la prima volta ingloba una linea di bilancio specifica per lo sport, stanzierà circa 265 milioni di euro nell’arco di sette anni per contribuire a sviluppare la dimensione europea dello sport. Un aiuto che dovrebbe contribuire a combattere le partite truccate e il doping, ma anche a favorire l’inclusione sociale, la parità di genere, la duplice carriera e l’attività fisica per tutti.