Arrivare al semestre di presidenza Ue con le carte in regola: è questo l’obiettivo che il governo e il Parlamento italiani vorrebbero raggiungere con l’approvazione della Legge di delegazione europea 2013 e la Legge europea 2013-bis approvate tra ieri e oggi dall’Aula di Montecitorio.
L’obiettivo non è di facile realizzazione, visto che ora dovrà pronunciarsi il Senato e non è detto che non vengano apportate modifiche. Anzi, c’è da aspettarsi il contrario almeno per quanto riguarda la Legge europea, su cui il governo è addirittura andato sotto, vedendosi approvare un emendamento verso il quale aveva espresso parere contrario e che quindi proverà a far correggere al Senato.
Nella giornata di ieri è stata approvata la Legge di delegazione europea, quella che affida all’esecutivo, attraverso l’emanazione di decreti legislativi, il compito di recepire le direttive e gli altri atti dell’Ue. I temi sui quali il governo è chiamato a intervenire sono diversi: dalla vigilanza sugli enti creditizi e le imprese di investimento alla regolamentazione relativa alle agenzie di rating; dai fondi europei per il venture capital e l’imprenditoria sociale alla condivisione di informazioni di intelligence tra le autorità degli stati membri.
Ad animare la discussione parlamentare è stato però il tema del diritto di asilo. Da posizioni diametralmente opposte, Lega e Sel chiedevano di rinviare la delega per questa materia. La maggioranza ha invece accolto l’appello di Sandro Gozi, chiamato a rappresentare il governo in Aula nella sua veste di sottosegretario agli Affari europei. “Se durante il nostro semestre di presidenza vogliamo avviare in Europa un dibattito sul diritto di asilo – è stata la tesi di Gozi – bisogna prima approvare la delega per il recepimento della direttiva europea”. Anche se il governo ha ottenuto la delega, il ragionamento di Gozi non ha convinto tutti. L’Italia vorrebbe chiedere un impegno più condiviso ai partner delll’Ue sul tema dell’accoglienza, ma la direttiva in questione prevede l’esatto contrario, perché impone allo stato in cui il profugo approda l’onere di farsene carico autonomamente.
La discussione sulla Legge europea è stata anche più accesa. Il provvedimento è volto ad armonizzare la normativa nazionale con quella comunitaria, ovviando così alle procedure di infrazione. Dalle borse di studio universitarie ai succhi di frutta, dalle norme tributarie al tappo antirabbocco per l’olio nei ristoranti, la Legge europea contiene di tutto. E tra una norma e l’altra, il leghista Gianluca Pini ha inserito un emendamento che introduce la responsabilità civile dei giudici, ovvero la possibilità per le toghe di essere condannate a un risarcimento in caso di errore giudiziario commesso per dolo o colpa grave. La formulazione proposta da Pini aveva ottenuto il parere contrario del governo, che è stato però battuto dallo scrutinio segreto. Un incidente di percorso cui, giurano dal Pd, si rimedierà in Senato. Il risultato però è che l’iter della legge sarà certamente rallentato. L’Italia rischia così di presentarsi al semestre di presidenza Ue senza avere del tutto, per dirla con Gozi, “le carte in regola”.