Negli ultimi quattro anni l’Italia non ha superato il proprio livello quantitativo di quota latte assegnato dall’Unione Europea e nessuna multa è dovuta dagli allevatori italiani. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la notizia che la Commissione europea starebbe per approvare giovedi’ 19 giugno una richiesta formale all’Italia per ingiungerle di recuperare presso i produttori di latte multe per 1,39 miliardi di euro, dovute al superamento delle quote di produzione loro assegnate tra il 1995 e il 2009.
Si tratta di una eredità del passato che arriva – sottolinea la Coldiretti – nell’anno scadenza del regime delle quote che terminerà il 31 marzo 2015. Le pendenze a cui fa riferimento l’Unione Europea riguardano circa duemila produttori con 600 di loro che devono pagare somme superiori a 300.000 euro, cioe’ la gran parte del debito. Un comportamento che fa concorrenza sleale alla stragrande maggioranza dei 38mila allevatori italiani che con sacrifici – sottolinea la Coldiretti – si sono messi in regola ed hanno rispettato le norme negli anni acquistando o affittato quote per un valore complessivo di 2,42 miliardi di euro. La questione quote latte – ricorda Coldiretti – è iniziata 30 anni or sono nel 1983 con l’assegnazione ad ogni Stato membro dell’Unione di una quota nazionale che poi doveva essere divisa tra i propri produttori. All’Italia – conclude la Coldiretti – fu assegnata una quota molto inferiore al consumo interno di latte. Il 1992, con la legge 468, poi il 2003, con la legge 119, e infine il 2009, con la legge 33, sono state le tappe principali del difficile iter legislativo per l’applicazione delle quote latte.