Il semestre di presidenza italiano dell’Unione Europea, al via il primo luglio, deve costituire un nuovo inizio per la Ue, non una semplice transizione. E’ l’auspicio che il ministro degli Esteri Federica Mogherini avrebbe condiviso – secondo quanto riferito da alcuni presenti – con gli altri ministri riuniti a palazzo Chigi per definire le le linee dell’Agenda italiana per il semestre.
La titolare della Farnesina ha ricordato come l’inizio della legislatura Ue e la transizione che dunque stanno vivendo le istituzioni europee rende più difficile la conclusione dei dossier ma al tempo stesso dà maggiori spazi di influenza alla presidenza italiana, che in questa fase garantisce la continuità delle istituzioni comunitarie.
Nel corso della riunione, Mogherini ha ricordato le priorità italiane, occupazione e crescita, e si è poi soffermata sui dossier aperti per quel che riguarda il suo dicastero: Balcani, Medio Oriente e Mediterraneo, con un’attenzione particolare ai flussi migratori.. Altro tema fondamentale, il negoziato tra Ue e Usa per il nuovo accordo commerciale: difficile che si concluda durante il semestre di presidenza italiano, ma la gran parte del negoziato avverrà proprio in questi mesi.
Grande importanza Mogherini ha assegnato anche ai rapporti con la Federazione Russa, complicati in questi mesi dalla crisi Ucraina: l’Italia affronterà la questione, avendo – avrebbe rivendicato Mogherini – tutti i titoli per farlo nel migliore dei modi.
Infine, le risorse e le iniziative culturali a latere del semestre: limitate le prime, ma assolutamente adeguate – avrebbe detto Mogherini – e che saranno concentrate su Milano per sfruttarle come volano per l’Expo 2015; le iniziative culturali saranno poche, ma – avrebbe assicurato il ministro – di grande qualità.
Anche in virtù del risultato elettorale, il clima in Europa è più che maturo per un cambio delle politiche economiche dell’Unione. Del resto, se non si cambia il futuro sarà di crescita lenta e di persistente disoccupazione con condizioni socialmente difficili. E’ quanto sottolineato dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan nel corso della riunione interministeriale a palazzo Chigi per definire l’Agenda dell’Italia per il semestre di presidenza Ue.
Secondo quanto riferito da fonti presenti alla riunione, Padoan ha concordato con il ministro Mogherini sulla necessità che il semestre italiano segni un nuovo inizio in Europa e non una semplice transizione. Un risultato possibile grazie al cambio della Commissione che sarà scelta nei prossimi mesi, al risultato del voto europeo, e appunto alla crescente consapevolezza che se non succede nulla a livello di politiche economiche il futuro dell’Europa sarà segnato da crescita lenta e disoccupazione: una condizione socialmente difficile.
Tuttavia, Padoan si sarebbe mostrato ottimista con i suoi colleghi: tutto questo può cambiare se cambiano le politiche economiche e “sono convinto che sia più che maturo il momento nel quale crescita e occupazione siano messe in cima alle priorità. Ed è un dovere per il semestre italiano farlo. Per riuscirci, la discussione – ha ammonito Padoan – dovrà essere non ideologica ma concreta”. Un lavoro che Padoan ha già avviato in alcuni bilaterali con altri colleghi dell’Ecofin: ci sono alcune idee su ci si sta iniziando a confrontare, ho riscontrato generale interesse sulle proposte italiane e la mia sensazione – avrebbe concluso Padoan – è che il cambiamento di clima è evidente.
Emergenza disoccupazione, crescita, sviluppo economico e cosiddetto ‘Made In’, la proprietà intellettuale italiana nel settore industriale: questi i temi dell`incontro di questa mattina tra il sottosegretario agli Affari Europei, Sandro Gozi, e una delegazione di Confindustria guidata dal presidente Giorgio Squinzi, dalla vicepresidente con delega per l`Europa Lina Ferrarini e dal direttore generale Marcella Panucci.
In vista del semestre italiano di presidenza, riferisce una nota, il Governo ha assicurato all`associazione degli imprenditori tutto il suo impegno nelle istituzioni europee a difesa e a sostegno del comparto industriale del nostro Paese, nel solco di una forte e rinnovata politica italiana in Europa: “Affronteremo con grande determinazione e di concerto con l`Ue la questione cruciale della creazione di nuovi posti di lavoro, in particolare in favore delle giovani generazioni”, ha sottolineato Sandro Gozi.
L`incontro, “molto cordiale”, ha avuto al centro “la condivisione di un punto di vista fondamentale, quello dell`idea dell`Unione europea come opportunità e orizzonte prioritario del nostro Paese. Molto condivisa dalla delegazione di Confindustria l`esigenza di andare avanti rapidamente con il pacchetto di riforme messe in campo dal Governo guidato da Matteo Renzi”.
“Un’Europa meno burocratica, con una forte semplificazione delle procedure amministrative, che assuma la crescita e il lavoro come priorità”. Questo il senso dell’Agenda italiana per il semestre di presidenza della Ue. A sintetizzare è il sottosegretario alla Presidenza con delega agli Affari Europei, Sandro Gozi, al termine della riunione di palazzo Chigi tra i ministri con portafoglio, presieduta dallo stesso Gozi.
Lasciando palazzo Chigi, Gozi ha spiegato: “Oggi abbiamo fatto un lavoro politico con tutti i ministri competenti, domani ci sarà un’altra riunione più tecnica, per preparare i temi del semestre e dare al premier Renzi tutto il tempo necessario per fissare le grandi scelte politiche”. Un lavoro che procede secondo il ritmo previsto: “Siamo assolutamente nei tempi, considerando che Renzi dovrà presentare l’Agenda il 2 luglio”, ha assicurato Gozi.
I temi sono comunque quelli noti e indicati dallo stesso Renzi nel discorso di Firenze a conclusione della campagna elettorale per le Europee: “Crescita, energia, mercato unico, infrastrutture, agenda digitale, Mediterraneo”, elenca Gozi, sottolineando come “il risultato delle Europee ci dà la forza per chiedere all’Europa di fare certe cose e non altre”. Dal voto “è emersa una domanda di cambiamento dell’Europa da parte di tutti i cittadini”, ha rimarcato Gozi, spiegando che l’obiettivo del semestre è appunto “un’Europa meno burocratica, con una forte semplificazione delle procedure amministrative, che assuma la crescita come priorità”.
Andrea Reale per TMNews