Un mandato strumentale, sicuramente temporaneo e funzionale solo a gestire in prima persona la fase dei negoziati con il Consiglio sulla presidenza della Commissione europea. Non è scritto ma tutti lo sanno: con ogni probabilità il prossimo 18 giugno Martin Schulz sarà eletto capogruppo di S&D ma lascerà l’incarico non appena riuscirà a ottenerne uno di maggiore rilievo, almeno una posizione da commissario con un portafoglio pesante. Al momento della votazione difficilmente la famiglia socialista farà mancare il sostegno al suo leader (che oggi la riunione dei capi delegazione ha eletto all’unanimità portavoce per i negoziati con Van Rompuy), ma come tutti sanno, Schulz non si accontenterà di questo incarico, che sarebbe oggettivamente un passo indietro non da poco dopo la presidenza del Parlamento.
La partita per il capogruppo, quello vero, rimane quindi ancora tutta da giocare. Ed è una partita in cui l’Italia potrà legittimamente dire la sua. La delegazione del Partito democratico è la più numerosa all’interno del gruppo (e anche dell’intero emiciclo) e la figura adatta a ricoprire il ruolo del leader, come noto, non manca. Con Gianni Pittella, vicepresidente uscente del Parlamento europeo, rieletto facendo il pieno di preferenze, il Pd sente di essere in pole position per potere esprimere il capogruppo. La sua elezione sarebbe “naturale”, sottolinea la delegazione italiana. Resta da vedere se Pittella non sarà impegnato in posizioni ancora più alte. Legittimo immaginarlo in corsa anche per la presidenza del Parlamento, anche se quella partita è un po’ più complicata. Di norma i primi due anni e mezzo di presidenza spettano al gruppo maggiore, in questo caso ai popolari. Ma gli equilibri potrebbero cambiare a seconda di come saranno riempite le altre caselle delle posizioni più rilevanti.
Nel frattempo, per preparare Pittella ad un’eventuale elezione alla presidenza del gruppo, si potrebbe decidere di candidarlo come vicepresidente. In questo modo, quando Schulz farà un passo indietro, la sua nomina sarebbe soltanto una promozione a un gradino più elevato. Un passaggio più naturale. Questa una delle possibili strategie che la delegazione italiana potrebbe mettere in atto, ma tutto potrebbe cambiare nel giro dei prossimi giorni. Sapendo già che la poltrona di capogruppo tornerà vacante poco dopo l’elezione di Schulz, i negoziati si potrebbero aprire in questi giorni anche sul dopo. Il gruppo si riunirà per la prima volta il prossimo martedì e già qui potrebbero cominciare a delinearsi i futuri equilibri.