I dati non sono ancora definitivi, qualche singolo seggio ancora traballa, i gruppi non sono ancora formati e resta da vedere se e dove riusciranno a collocarsi i 41 deputati che in questo momento figurano tra i “non iscritti” e quei 66 “altri”, che non appartengono a nessuno dei gruppi politici del Parlamento uscente, tra cui ad esempio i nostri 17 grillini, mentre i tre deputati dell’Altra europa con Tsipras e i 5 spagnoli di Podemos (il partito degli ex “Indignados”) hanno già assicurato che confluiranno nella Gue. Al netto di queste incertezze, la fotografia del prossimo Parlamento europeo è ormai abbastanza chiara.
I deputati non saranno più 766 ma 751, così come stabilito dal Trattato di Lisbona. Il gruppo più numeroso rimane quello dei popolari, che saranno 213, con un nettissimo calo rispetto all’attuale emiciclo dove erano ben 274: ben 61 in meno. I socialisti saranno invece 191, contro gli attuali 196. Terzo gruppo dovrebbe rimane l’Alde, che nonostante l’emorragia di consensi riesce a portare a casa almeno 64 seggi, contro gli 83 attuali.
I conservatori dell’Ecr saranno 46 invece dei 57 dell’emiciclo uscente, mentre i Verdi per cui si prevedeva un forte calo saranno solo 5 in meno: 52 invece di 57. Crescono gli euroscettici di Efd che passano da 31 eletti a 38: ben 24 sono dell’Ukip di Nigel Farage e 5 della Lega Nord. Crescita ancora più forte per la Sinistra radicale: la Gue passa da 35 rappresentanti a 50, almeno. Resta da vedere se l’estrema destra, che a parte in Francia è cresciuta ma non tanto quanto si temeva, riuscirà a stringere alleanze che sembrano al momento improbabili. La forza più consistente è quella del Front National di Marine Le Pen che ha conquistato 24 seggi: per formare un gruppo ne bastano 25 ma devono essere di almeno 7 Paesi diversi.