L’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa, con i suoi 64 deputati, si è confermato il terzo partito all’interno del Parlamento europeo, ma quello di Guy Verhofstadt non può certo considerarsi un successo, soprattutto in Italia.
Scelta Europea, che appoggiava l’Alde, ha ottenuto solo lo 0,7% dei voti. “Penso che in Italia abbiamo avuto un pessimo risultato” ha affermato lapidario Verhofstadt a margine dell’incontro con gli altri esponenti dei liberali prima del Consiglio europeo. Il leader dell’Alde era venuto più volte in Italia e prima delle elezioni si era detto fiducioso nel raggiungere almeno il 4% nel nostro Paese.
Il vice presidente della Commissione europea e Commissario europeo per gli Affari economici e monetari Olli Rehn, anche lui presente all’incontro, ha dichiarato: “Sono molto dispiaciuto per l’avanzata degli euroscettici in alcuni Paesi dell’Ue e questo va preso come un segnale dell’insoddisfazione dei cittadini”. E alle voci che lo davano come potenziale nome su cui avrebbero potuto convergere le diverse forze politiche ha risposto: “Noi abbiamo un candidato molto in gamba per la presidenza della Commissione europea e il suo nome è Guy Verhofstadt”.
I liberali non si sono però sbilanciati sul nome di Juncker. E se sono concordi nell’unire le forze con Ppe e Pse per combattere gli euroscettici, per adesso hanno espresso cautela. “Prima dobbiamo riunirci per stabilire il programma – ha affermato il primo ministro olandese Mark Rutte – poi potremmo indicare un nome”.