Non è venuto qui a parlare di nomi: la discussione ovviamente va fatta ma “viene dopo rispetto all’accordo su quello che dobbiamo fare”. Matteo Renzi torna a Bruxelles forte della grande conferma elettorale, risultato che gli consentirà di battere cassa e chiedere per l’Italia posizioni di rilievo. Ma non è questo il momento per farlo: ora “c’è bisogno di un’Europa più attenta agli investimenti alla scuola, alle infrastrutture tecnologiche e alla condizione di vita quotidiana delle famiglie”. Insomma “prima vengono le cose da fare, i nomi sono una conseguenza”, assicura il premier.
A Bruxelles per partecipare alla cena informale durante cui i capi di Stato e di governo discuteranno dei risultati delle europee, Renzi avrebbe dovuto, da programma, partecipare prima alla riunione del Partito socialista europeo che come sempre anticipa i vertici. Un appuntamento, però, che il premier ha saltato a piè pari, aprendo a diverse interpretazioni del suo gesto.
Secondo la versione ufficiale, il tempo non è stato sufficiente. Renzi ha lasciato Palazzo Chigi poco dopo le quindici e, prima dell’arrivo al Justus Lipsius ha deciso di passare a rendere omaggio alle vittime dell’attentato di domenica al museo ebraico di Bruxelles. Qui ha incontrato il presidente francese, François Hollande e il belga, Elio Di Rupo: trovare il tempo di passare anche al Pse sarebbe stato difficile e comunque inutile visto che, in sua vece, Renzi ha inviato alla riunione dei socialisti l’eurodeputato Pd, Roberto Gualtieri. Questa la versione ufficiale. In realtà il tempo, almeno per affacciarsi alla riunione, ci sarebbe stato ed è difficile non leggere la decisione di non farlo come una precisa scelta.
Renzi è tra i primi ad arrivare al palazzo del Consiglio. “Sono qui a rappresentare l’Italia, rappresento uno dei più grandi Paesi dell’Unione europea, un Paese che intende affrontare le tante questioni che sono sul tavolo delle discussioni con decisione e determinazione”, spiega all’ingresso. Tra le cose da fare, secondo Renzi, c’è “portare l’Europa a parlare il linguaggio concreto dei cittadini. Questo – ha detto – è quello che interessa a noi italiani e questo è quello che faremo”.