Più che euroscettici, sono euromenefreghisti. Nel senso che dell’Unione europea se ne fregano proprio. La Slovacchia in queste elezioni ha fatto registrare il record negativo di affluenza alle urne con un misero 13%, una percentuale più bassa anche della già bassa percentuale del 2009 quando alle urne si recarono il 19,6% degli aventi diritto. In tutto il Paese elegge 13 eurodeputati, un numero piuttosto basso che fa pensare ai cittadini che in fondo la loro voce non sarà ascoltata o sarà comunque influente.
A complicare le cose il fatto che negli ultimi sette mesi ci son state ben tre consultazioni: la prima a novembre per eleggere le nuove assemblee regionali, seguita poi a distanza di qualche settimana da i ballottaggi tra i governatori. Ad aprile scorso ci sono poi state le elezioni presidenziali che il governo non ha voluto associare a quelle europee, nonostante il fatto che i tempi fossero compatibili. E così queste europee sono state un flop assoluto di affluenza. Subito dopo per record negativo di affluenza la nazione “sorella”, la Repubblica Ceca, con il 19,5%. Insomma gli (ex) cecoslovacchi non sono ancora molto affezionati a questa Europa.