“Sono molto contento”. Il risultato elettorale “dimostra che la nostra linea di politica europea è quella giusta”. Il giorno dopo il trionfo elettorale del Pd alle elezioni europee Sandro Gozi, a margine del consiglio Competitività, enfatizza il significato del voto e il riconoscimento dato al governo Renzi. Ma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle Politiche comunitarie non si limita a letture soltanto nazionali. Il risultato elettorale “ci dà forza in Parlamento e in Consiglio, in vista della presidenza di turno”. Il Partito democratico è la prima delegazione all’interno del gruppo S&D, e la seconda dopo in Parlamento europeo dopo la Cdu della cancelliera tedesca Angela Merkel. “Abbiamo messo crescita, occupazione, immigrazioni e diritti fondamentali all’interno della nostra agenda e questo è stato premiato”, sostiene Gozi. Ora il destino dell’Italia in Europa dipende da Renzi. Il nostro paese potrebbe chiedere che Gianni Pittella sia messo alla guida o del Partito socialista europeo o addirittura del Parlamento. “Questo lo dovete chiedere al nostro segretario”, taglia corto Gozi.
Quanto alla presidenza della Commissione Gozi non si sbilancia. Il candidato del Ppe cercherà di trovare una maggioranza, e il Pd è pronto a sostenerlo a patto che segni un cambiamento di rotta. “Jean-Claude Juncker ha il pallino in mano ma tenga conto che gli elettori hanno chiesto un ‘alt!’ alle politiche rigoriste”. Come Pd “adesso vogliamo vedere un cambiamento: in questi anni abbiamo visto molta stabilità e poca crescita”. Il sottosegretario rassicura, quindi, su quest’ultimo punto. Più crescita e meno stabilità non significa mancato rispetto delle regole. “Noi conosciamo i trattati, li leggiamo tutti”. E sulla prossima legislatura avverte: “Gli euroscettici sono troppo pochi per bloccare i lavori del Parlamento, ma sono troppo perchè si possa ignorare il segnale di disagio”.