Sono ore di scontri e tensione quelle che accompagnano i cittadini ucraini verso le urne. Domenica si sceglierà il successore del deposto presidente filorusso, Viktor Yanukovich, ma gli scontri tra separatisti e truppe governative non accennano a placarsi. Solo oggi, nei pressi di Dontetsk, ci sono stati almeno cinque morti, secondo quanto riferito da fonti giornalistiche, quattro dei morti sono ribelli e un quinto apparterebbe a un gruppo di volontari al seguito dei militari di Kiev. Ieri le vittime sono state 17, 16 soldati ucraini e un militante separatista. Nei distretti di Donetks e Lugansk i filorussi continuano a occupare i palazzi del potere, sia nei capoluoghi che in diverse città minori. In queste aree, le preparazioni per il voto di domenica sono tra il difficoltoso e il nullo. Nella regione di Donetsk, i secessionisti avrebbero bloccato circa la metà delle circoscrizioni, cosa che sottrarrebbe alle presidenziali di domenica almeno un milione di elettori. Aggiungendo le altre aree più inquiete del Sud Est, probabilmente domenica almeno due milioni di ucraini, sui 36 milioni complessivamente aventi diritto nel Paese, non riusciranno a votare.
Eppure orami la macchina elettorale non sembra destinata a fermarsi. Le elezioni siano “libere, trasparenti ed eque”, torna a chiedere a nome dell’Unione europea, l’Alto rappresentante, Catherine Ashton, convinta che si tratterebbe di “un enorme passo avanti per fare calare la tensione e restaurare la sicurezza e la stabilità politica” nel Paese.
Non solo conta lo svolgimento delle elezioni ma anche che i risultati “siano rispettati da tutti”: l’Unione, continua Ashton, “farà particolare attenzione al comportamento di tutte le parti e di tutti i partner internazionali a questo riguardo”. Un messaggio velatamente (ma neanche troppo) rivolto alla Russia, che però ha già fatto sapere che rispetterà, seppure controvoglia, il verdetto delle urne. Le condizioni per le presidenziali ucraine non rispettano gli standard internazionali, ma Mosca “rispetterà la scelta del popolo ucraino” e lavorerà “con le nuove strutture elette”, ha assicurato il presidente russo Vladimir Putin. Per non sbagliare, comunque, la smobilitazione delle forze militari russe al confine, ha precisato Mosca, avverrà solo “entro alcuni giorni”.
Superfavorito per la vittoria, secondo tutti i sondaggi, il “re del cioccolato”, come viene chiamato l’industriale Petro Poroshenko, europeista, imprenditore partito dal settore dei dolci e affermatosi anche in quello dei media e già al governo sia con Viktor Yushchenko che con Viktor Yanukovich. Principale avversaria, l’ex pasionaria della rivoluzione arancione, Yulia Timoshenko. Ci sono però anche molti altri di candidati, circa una ventina, quindi l’oligarca potrebbe non riuscire ad ottenere già domenica il 50% dei voti necessari per essere eletto al primo turno. Ma prima ancora che per i risultati, l’incertezza rimane per le condizioni in cui i cittadini ucraini riusciranno (o no) a esprimere il loro voto.