Nei momenti di crisi peggiore, spesso, si trova il coraggio di fare le scelte più difficili. Così le tensioni che stanno attraversando l’Europa a causa della guerra (anche) del gas tra Russia e Ucraina, potrebbero finalmente spingere l’Unione europea verso un vero mercato unico dell’energia. Che sia indispensabile lo pensano ormai quasi tutti, a partire dal premier polacco, Donald Tusk che da settimane sta lavorando alla proposta di una “Unione energetica”: il capo del governo di Varsavia è già stato a Parigi e Berlino per affrontare il tema con Merkel e Hollande e oggi l’idea è stata al centro di una conferenza di alto livello sulla sicurezza energetica a Bruxelles, dove i leader dell’Unione sembrano condividere.
“L’Unione europea sta affrontando la più grande minaccia a pace, stabilità e sicurezza dai tempi della cortina di ferro”, ha ammesso il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, dicendosi però ottimista che l’Europa, che “continua ad essere il mercato dell’energia più importante al mondo”, sarà “in grado di esprimersi ad una sola voce”. Potrebbe cominciare a farlo a partire dal Consiglio europeo di 26 e 27 giugno, mese che sarà “cruciale” per la nostra stategia energetica. In occasione del vertice la Commissione farà proposte “molto chiare”. Troppo spesso, ha sottolineato Barroso, “le questioni sull’energia sono trattate a livello nazionale senza valutare i vantaggi di un approccio regionale” ma le cose devono cambiare.
Nello specifico la proposta di Tusk riguarda la creazione di “gruppi d’acquisto europei” tramite l’istituzione di “un’agenzia europea o un consorzio”. Una proposta che “la Commissione Ue analizzerà”. Secondo Tusk, l’Europa, “ha bisogno di una comunità di compratori europei”: “Sembra impossibile – ammette – ma anche l’Unione bancaria lo sembrava e invece è stata realizzata”.
“La strategia russa è dividere per comandare, ma non è quello che succederà”, ha avvisato Mosca il Commissario Ue per l’energia, Gunter Oettinger. Non si può accettare, ha continuato, “che i prezzi del gas divengano strumenti politici”. Anche secondo il commissario, “ci deve essere una europeizzazione: un accordo intergovernamentale che possa servire ai nostri mercati”.
Ma la proposta di un’unione energetica europea che sembra prendere piede non piace a tutti. “L’idea che il primo Ministro Tusk ha presentato non funziona” avvertono i Verdi. “La proposta – commenta la co-presidente Monica Frassoni – è un meccanismo impreciso per comprare gas dalla Russia non come singoli Stati, ma con una sorta di acquisto di gruppo organizzato dalla Commissione, che metterebbe il compratore in una migliore posizione rispetto al venditore”. Secondo Frassoni si tratta di una strumentalizzazione e Barroso, Oettinger e Tusk “stanno cinicamete strumentalizzando la crisi in Ucraina per spingere i combustibili fossili ed il nucleare nell’agenda Ue” ma questa “è la risposta sbagliata: noi – continua Frassoni – abbiamo bisogno di un’Unione Energetica, ma fondata su ambiziose misure di risparmio energetico ed efficienza, assieme al deciso appoggio delle rinnovabili, per ridurre la nostra dipendenza dalle importazioni di gas russo”.