Questa mattina ho letto due ottimi interventi di colleghi della cui amicizia, come si dice, mi onoro. Marco Zatterin sul sito de La Stampa e Luigi Offeddu sul giornale di carta del Corriere della Sera, hanno scritto due ottimi pezzi “europeisti”, Marco invitando gli elettori a votare e Luigi (insieme a Danilo Taino) ha cercato di responsabilizzare i nostri politici.
Mi sono fermato qualche momento a pensare e mi sono reso conto che mai come nelle elezioni europee, in queste elezioni europee, i giornalisti e gli osservatori di cose politiche si sbilanciano così, lo faccio anche io, potete vedere qualche mio pezzo precedente a questo, per spingere gli elettori verso le urne e per stimolare i politici ad assumersi delle vere responsabilità in chiave europea. Questo è bello. Immagino con una certa precisione gli orientamenti politici di molti degli autori che leggo, e ritengo che non siano identici, so anche che alcuni hanno una vera incertezza (io, non trovando tre mesi fa, ai tempi nei quali potevo scegliere dove votare, una lista convincente in Italia, ho addirittura optato per votare un partito belga). Questo vuol dire che c’è una vera passione europeista in tanti di noi, che va spesso oltre quella dei politici italiani (e anche di qualche europarlamentare italiano) che unisce al di là della fede politica.
Molti di questi autori che leggo sono gente, come è il caso di Zatterin e Offeddu, che sa perfettamente di cosa parla, che denuncia anche i limiti e i pasticci dell’Unione, sono gente che non passerà tutta la vita qui, probabilmente, e che dunque non è che deve difendere un orticello sul quale vivere. Son persone che ci credono dopo averla conosciuta, questa Europa. Sono persone, anche quelle che non sono giornalisti e che non vivono qui, che condividono la necessità di un percorso da fare insieme. Ripeto, è una cosa che trovo interessante, bella e rara, perché è un vero esempio di tutela dell’interesse comune, pur nelle diversità di visione.