L’eccezione culturale non verrà rimessa in discussione dall’accordo di libero scambio con gli Stati Uniti (Ttip). Lo ha ribadito il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, al termine del consiglio Cultura di oggi a Bruxelles. “La Commissione – ha spiegato – ha assicurato che il settore audio-visivo non sarà al centro del negoziato, che mi auguro si concluda positivamente”. Alcuni Paesi avevano già chiesto, a giugno dello scorso anno, che il cinema non fosse coperti dal mandato negoziale, tra questi in prima linea l’Italia che solo nel 2010 ha visto nel comparto un fatturato di circa 15,5 miliardi di euro, circa il doppio di quello del trasporto aereo. “Non c’è nulla di protezionistico nella diversità culturale – ha chiarito Franceschini – Parliamo di un settore che non può essere affidato solo a logiche di mercato”.
L’Italia torna dunque dal consiglio Cultura con una buona notizia. Salvaguardata la diversità culturale per il nostro Paese non resta che evitare di perdere le risorse per la cultura provenienti dai fondi strutturali europei. “Sui fondi Ue non abbiamo brillato nel settore della cultura, ma non abbiamo brillato in generale, e vogliamo recuperare questi ritardi”, ha detto Franceschini. Altro fronte su cui l’Italia intende far registrare un inversione di tendenza è quello della conservazione del patrimonio artistico, dopo i ripetuti crolli del sito archeologico di Pompei. “Stiamo lavorando per un provvedimento di incentivi fiscali veri, non simbolici, incentivi – ha precisato – che sostengano l’aiuto dei privati che fanno atti di liberalità o mecenatismo per la tutela e la conservazione del patrimonio pubblico, monumentale, storico e artistico”.
R. G.