Aumenta il numero degli Stati che hanno offerto assistenza a Serbia e Bosnia-Erzegovina. Sono diciannove I Paesi membri che hanno messo a disposizione risorse e personale della protezione civile per aiutare i due Stati messi in ginocchio dalla peggiore inondazione da più di un secolo a questa parte. La Commissione europea sta coordinando l’ assistenza cofinanziando i costi di trasporto del personale e producendo immagini satellitari delle aree colpite.
“Continuano ad arrivare offerte di assistenza e sono estremamente grata per questo segno di solidarietà europea”, ha commentato Kristalina Georgieva a Belgrado dove si è recata ieri per incontrare il governo, le autorità della protezione civile e alcuni dei soccorritori europei che sono al lavoro nelle zone colpite dal disastro. Per la commissaria europea per la Cooperazione internazionale, gli aiuti umanitari e le risposte alle crisi “Serbia e Bosnia-Erzegovina avranno anche bisogno di aiuto per ricostruire le infrastrutture danneggiate e il ripristinare i servizi pubblici, nonché per riportare la gente nelle loro case”. Anche il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, si è recato oggi nel Paese.
I Balcani sono stati travolti da un’inondazione che ha colpito milioni di persone, più di un quarto della popolazione. Secondo il ministro degli esteri bosniaco, Zlatko Lagumdzija, nel Paese più di 100mila case ed edifici sono inagibili e 1 milione di persone sono rimaste senza acqua corrente. Il governo ha chiesto di evacuare 12 villaggi. In Bosnia gli sfollati sarebbero almeno 500.000, mentre in Serbia 25.000 persone sono rimaste senza casa. I morti accertati al momento sarebbero circa 50 ma si teme che il numero possa salire quando le acque cominceranno a ritirarsi.
Al momento in totale circa 400 operatori umanitari sono stati inviati dagli Stati membri attraverso il meccanismo di protezione civile dell’Ue e, tra le altre cose, stanno aiutando a garantire la continuità delle centrali elettriche principali in Serbia.
La Serbia ha chiesto poi pompe ad acqua ad alta capacità e squadre che le gestiscano, barche ed elicotteri di salvataggio, mentre la Bosnia-Erzegovina ha chiesto elicotteri e barche a motore per evacuare le persone e per il trasporto di acqua, medicine e cibo, ma anche pompe, generatori, tende, deumidificatori, set di depurazione delle acque, stufe a gas per tende e articoli igienico-sanitari.