L’Unione europea, dal 2014 al 2020, stanzierà 25 milioni di euro all’anno per finanziare i programmi di vaccinazione in tutto il mondo. Ad annunciarlo è il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso che, in occasione della Conferenza internazionale dei donatori della GAVI Alliance che si è tenuta oggi a Bruxelles, ha invitato le istituzioni ad aumentare gli sforzi per migliorare la salute di milioni di persone nei Paesi in via di sviluppo.
I fondi, più che raddoppiati rispetto ai 10 milioni annui dati in passato, andranno alla Global Alliance for Vaccines Immunisation (GAVI), un’organizzazione ‘no profit’ che si occupa di salvaguardare la salute delle persone che vivono nei paesi più poveri e di aumentare l’accesso alla vaccinazione. Dal 2003 la Commissione europea ha stanziato complessivamente 83 milioni di euro a sostegno di GAVI, attraverso lo Strumento di cooperazione allo sviluppo (Dci) e il Fondo europeo di sviluppo (Fes).
“E’ orribile e inaccettabile che circa 1,5 milioni di bambini muoiano ancora ogni anno per malattie che potrebbero essere prevenute con un semplice vaccino – ha affermato il presidente Barroso – ecco perché l’annuncio di oggi di ulteriori finanziamenti dell’Unione europea è così importante. Dimostra che ci siamo impegnati, nel lungo termine, a fare tutto il possibile per fare in modo che sempre più uomini, donne e bambini abbiano accesso ai vaccini salva-vita, non importa dove essi vivano”.
Alla conferenza ‘Investire insieme per un futuro sano’ erano presenti anche il Commissario allo sviluppo Andris Piebalgs, il presidente dell’Etiopia Mulatu Teshome e altri donatori chiave e rappresentanti degli Stati membri e dei paesi in via di sviluppo.
“Siamo grati all’Unione europea per aver più che raddoppiato il suo contributo – ha commentato il presidente del consiglio di amministrazione di GAVI Alliance Dagfinn Høybråten – così la nostra associazione potrà avvicinarsi all’obiettivo di aumentare enormemente il suo impatto entro il 2020 proteggendo milioni di bambini contro le malattie mortali nei paesi più poveri”.