I candidati alla Commissione europea (soprattutto Schulz e Verhofstadt) sono stati chiari: “O il presidente della Commissione sarà uno di noi o il Parlamento non lo voterà”. Ma a quanto pare il Presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, non è della stessa opinione. “Capisco che i cinque candidati si difendano e dicano che deve essere uno di loro”, ma “dobbiamo fare una scelta che abbia sia una maggioranza in Parlamento che una larga maggioranza in seno al Consiglio europeo”, ha dichiarato il Presidente del Consiglio europeo in una intervista alla televisione pubblica belga VRT, ribadendo una tesi che aveva espresso già in passato.
Anche Van Rompuy naturalmente dice che “si devono rispettare i Trattati nella scelta del Presidente della Commissione europea”, ma il problema è, come prevedibile, l’interpretazione che si dve dare dei Trattati che dicono semplicemente che i capi di Stato e di governo devono “proporre” un Presidente della Commissione “tenendo conto del risultato delle elezioni”. Questo per i deputati significa che deve necessariamente essere uno dei 5 leader, per Van Rompuy no. “Affronteremo la cosa dopo le elezioni. Riuniremo tutti i capi di Stato e di governo” e “cercheremo di evitare uno scontro tra le istituzioni”. Poco prima di questa riunione del Consiglio “mi incontrerò con il presidente del Parlamento europeo ( e candidato socialista Martin Schulz, ndr) che riferirà sulla prima discussione in Parlamento”. Ma, come insiste il Presidente, il nome che uscirà “deve avere la maggioranza semplice in Aula, 375 voti, ma anche una larga maggioranza in Consiglio”.
Eppure la stessa cancelliera Angela Merkel avrebbe promesso al candidato popolare, Jean-Claude Juncker, che in caso in cui il Ppe avrà la maggioranza relativa il nome proposto dagli Stati sarebbe stato il suo. “Non ho ascoltato questa conversazione” ha tagliato corto Van Rompuy.