Un tempo si diceva “Piove, Governo ladro!”, oggi invece è più facile sentirsi dire “È tutta colpa dell’Europa”. C’è la crisi? La disoccupazione? L’auto è rimasta bloccata in autostrada? In qualche modo sarà colpa di Bruxelles. L’Europa non gode di un’ottima fama tra i suoi cittadini, cittadini che proprio questa settimana saranno chiamati a rinnovarne il Parlamento.
Ma quanto questo sentimento anti-europeo è fondato e quanto invece esagerato e indotto dalla propaganda di chi questa Unione europea preferirebbe vederla scomparire? Thierry Vissol, funzionario della Commissione dal 1980 e attualmente consigliere speciale per i media alla Rappresentanza in Italia dell’esecutivo, ha provato a rispondere a questa domanda, e per farlo ha deciso di utilizzare la satira. Il suo libro “È tutta colpa dell’Europa” (Donzelli, pp.117, euro 17), attraverso le matite di 56 disegnatori italiani ed europei prova ad analizzare quelle che per l’autore sono le tre grandi malattie che affliggono l’Unione: la mancanza di memoria, la complessità delle sue istituzioni e dei meccanismi che le regolano e la confusione che ne deriva.
Vissol usa le vignette come strumento per porre degli interrogativi a cui poi, numeri, dati e libri di storia alla mano, tenta di dare una risposta. “Le grandi «matite» della stampa italiana ed internazionale riescono infatti, come solo la satira sa fare, a cogliere le incoerenze (spesso in verità solo apparenti), le mancanze, i difetti dell’ingranaggio europeo”, mettono “il dito nella piaga e, dopo aver suscitato il nostro sorriso, ci inducono a riflettere”, spiega l’autore nell’introduzione del libro.
E così tra le varie vignette del testo vediamo quella di Vadot, con i Capi di Stato e di governo che si riuniscono e sul mobile hanno un vaso che in realtà è Barroso, quella di Uber con la consegna del premio Nobel per la pace a un’Europa che è rappresentata da un uomo senza testa, i caccia bombardieri europei in Libia che Mauro Biani ha disegnato con sulla punta una pompa di benzina o ancora due immigrati africani che, disegnati da Lele&fante, dietro un muro con il filo spinato si chiedono se sia il muro di Berlino, “No è l’odierno Schengen” risponde uno di loro.
Partendo da questi disegni l’autore cerca di ragionare e spiegare meglio il funzionamento delle istituzioni, i poteri della Commissione europea, la politica Estera e dell’immigrazione di Bruxelles. Grazie alle 56 vignette presenti nel libro sono tante le questioni a cui Vissol prova a dare una risposta. E chissà che alla fine della lettura di questo testo non si arrivi alla conclusione che poi, in fondo, non sia davvero “tutta colpa dell’Europa”.