La Russia non si attacca. Semmai dalla Russia ci si difende. Questa la linea della Nato dopo la crisi in Ucraina, dove “è chiaro” il coinvolgimento di Mosca. Lo afferma il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Anders Fogh Rasmussen, in occasione della consueta conferenza stampa mensile a Bruxelles. “Sono d’accordo con chi sostiene che non c’è una soluzione militare alla crisi in Ucraina, ma per garantire la difesa dei nostri alleati orientali ogni opzione è sul tavolo”. Rasmussen precisa che “ogni attività della Nato è di difesa” e non di offesa, ma oggi il mondo è improvvisamente cambiato. “Assistiamo a una situazione completamente nuova per la sicurezza europea, meno prevedibile e più a rischio”. Per questo motivo l’Alleanza dovrebbe “rivedere” i propri piani di difesa, in modo da poter essere “pronti a rispondere anche al minimo campanello d’allarme”. Un monito soprattutto per i partner europei, impegnati a tagliare in un settore che oggi non permette riduzioni di spese. “Negli ultimi cinque anni la Russia ha aumentato la spesa nella difesa del 10% l’anno mentre alcuni paesi Nato l’hanno ridotta anche fino al 40%”.
La situazione è delicata, e Rasmussen non lo nasconde. “Sono preoccupato”. Un’espressione che ripete più volte nel corso della conferenza stampa. Le preoccupazioni sono tutte per l’Ucraina. Dopo il deterioramento della situazione “abbiamo inviato più navi in mare, garantito maggiore copertura dello spazio aereo della Polonia, aumentato la nostra presenza nei paesi baltici”. Attualmente in Estonia si tiene un’esercitazione congiunta che vede impegnati 6mila uomini. Tutto questo “durerà fino a quando sarà richiesto”. E fino a quando, oggi, non è dato di saperlo. Tutto, o quasi, dipende dalla Russia. Il presidente Vladimir Putin avrebbe ordinato alle truppe russe ammassate al confine con l’Ucraina di ritirarsi. “Sfortunatamente non abbiamo alcun segno evidente che questo sia avvenuto”, critica Rasmussen. “Non abbiamo nulla di quanto annunciato da Putin, e ce ne rincresce, perché un ritiro contribuirebbe a far diminuire la tensione”. Al contrario “abbiamo visto un chiaro coinvolgimento russo” nell’ex repubblica sovietica. “Abbiamo visto azioni militari illegali in Crimea, abbiamo assistito a un’annessione illegale della Crimea, e non c’è dubbio che i russi stiano agendo per destabilizzare il paese”. La Russia, denuncia ancora il segretario della Nato, “si riserva il diritto di intervenire negli affari di un paese sovrano, e le nostre preoccupazioni non sono esagerate”.
L’Ucraina rischia di essere solo il primo passo. Rasmussen vede nella politica del Cremlino un ritorno al passato che mette in stato d’allerta tutti gli stati maggiore dei paesi membri. Mosca vuole tornare ad avere il controllo delle ex repubbliche conferederate. Dopo l’Ucraina “potremmo attenderci lo stesso anche con Moldavia e Georgia”. Come Mosca potrà farlo “non lo sappiamo, ma immagino attraverso i prezzi del gas, i flussi di gas, il commercio”. A Bruxelles si nutrono timide speranze che Putin ordini di sedersi attorno a un tavolo. L’ultima volta che accadde fu il 5 marzo, in occasione dell’ultima riunione del consiglio Nato-Russia. “In quel frangente abbiamo deciso di organizzare un nuovo incontro, da tenersi magari già la prossima settimana”.