Anche il sempre più euroscettico Regno Unito ha la sua visione dell’Europa del futuro. In vista delle imminenti elezioni europee il ministro britannico per l’Europa David Lidington ha elencato quelle che secondo lui dovrebbero essere le cinque priorità della nuova Commissione.
Competitività, libera circolazione, equità, responsabilità democratica e sguardo a ciò che è accaduto in Ucraina. “Sono queste le misure più urgenti su cui occorre lavorare – ha affermato Lidington dall’European Policy Centre di Bruxelles – se siamo in grado di fare questo tipo di progresso radicale credo che sarà il popolo britannico stesso a sentirsi più a suo agio all’interno dell’Unione”.
Per quanto riguarda la competitività, secondo Lidington, l’Europa deve ancora fare molto. Dalle cifre fornite dalla Commissione il 90% della crescita mondiale nei prossimi anni avverrà al di fuori dell’Europa. Per superare questo isolamento diventa cruciale eliminare gli ostacoli che frenano le imprese europee. “Ci dobbiamo concentrare su tre aspetti – spiega il ministro – mantenere al minimo gli oneri che pesano sulle aziende, completare i negoziati TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) con gli Stati Uniti e liberalizzare il mercato unico dei servizi”.
Lidington si è anche soffermato sul concetto di libera circolazione che tanto sta facendo discutere sull’isola viste le recenti norme che stanno tentando di bloccare l’arrivo di cittadini dell’Est Europa accusati di voler solo approfittare dei vantaggi sociali del Paese. Il ministro ha ribadito la linea di Londra, la ibera circolazione andrebbe considerata come un’opportunità per i cittadini di lavorare in altri Stati membri e non come un’autorizzazione a rivendicare vantaggi inesistenti.
Sul punto dell’integrazione il ministro ha insistito parecchio. “Credo che la maggior parte di noi nei prossimi anni si aspetti ulteriori passi avanti per aumentare l’integrazione tra i Paesi dell’Eurozona e ciò è comprensibile. Noi del Regno Unito, pur non prendendo parte al progetto, sosteniamo gli sforzi dei nostri partner per ripristinare la stabilità e il ritorno alla crescita. Dobbiamo però ricordarci che l’Europa è composta da 28 Stati membri e quindi bisogna garantire che siano rispettati gli interessi di tutti e 28 gli Stati”.
La responsabilità democratica è un’altra delle priorità su cui la nuova Commissione dovrebbe fare leva. Il ministro britannico ha ricordato che Bruxelles è spesso vista come il problema e non come la soluzione e che il consenso verso le istituzioni Ue è calato in molti degli Stati membri. “L’affluenza al voto è decisamente inferiore rispetto a quella delle elezioni nazionali – ha osservato Lidington – e i successivi tentativi di affrontare il deficit democratico dell’UE rafforzando i suoi poteri sono palesemente falliti. Si tratta di un semplice fatto che gli elettori si identifichino più con i parlamenti e i governi nazionali. È questo che dovremmo cambiare”.
In ultima analisi il ministro britannico ha richiamato i recenti fatti in Ucraina e ha invitato l’Ue a prenderli come una lezione per i prossimi anni. “Dobbiamo ripensare alla nostra politica energetica – ha concluso Lidington – diversificando le future fonti di gas naturale e i mezzi di distribuzione, rilanciando gli investimenti nelle interconnessioni e sviluppando forniture energetiche europee autoctone. Penso alle rinnovabili, al nucleare, al carbone pulito”.