La Commissione europea si prepara nel caso in cui gli Stati membri dell’Ue dovessero finalmente decidere di avviare la “fase tre” della strategia per cercare una soluzione alla crisi ucraina, quella che prevede sanzioni economiche contro la Russia. Minacciate a più riprese, ancora non sono state decretate, ma a palazzo Berlaymont “lavoriamo a misure commerciali e per il settore finanziario, e il lavoro è in una fase piuttosto avanzata”, rileva Maja Kocijancic, portavoce dell’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Catherine Ashton. “E’ difficile prevedere cosa potrebbe succedere in futuro, ma “i lavori per la fase tre sono avviati”. L’esecutivo comunitario dunque si porta avanti, perchè l’Unione europea si trovi pronta nel momento in cui la linea contro Mosca dovesse cambiare.
Non sembra, per il momento, che ci sia l’intenzione di colpire Gazprom e il suo amministratore delegato, Alexei Miller. Ieri il primo ministro ucraino, Arseniy Yatseniuk, ha denunciato l’appropriazione indebita di aziende e risorse ucraine in occasione dell’annessione della Crimea. In base ai nuovi criteri per l’imposizione di sanzioni, ampliati dall’Ue nel corso dell’ultimo Consiglio Affari esteri, tutte le persone responsabili della destabilizzazione dell’Ucraina sono perseguibili. Ma su Gazprom e il suo ad, la portavoce di Ashton non chiarisce. I due soggetti in questione sono sanzionabili? “Queste sono speculazioni e non ci avventuriamo in questo tipo di dialogo”.