Passeggiando per le strade di Perugia, nel cuore dell’Umbria, sono molti gli scorci da non perdere: dalla Fontana Maggiore alla Rocca Paolina, dalla cattedrale di San Lorenzo all’imponente Arco etrusco. Fin dall’antichità simbolo di arte e raffinatezza, Perugia si candida ora a Capitale europea della cultura 2019 e lo fa presentando un programma di forte rinnovamento urbano.
Una città con una vocazione territoriale che l’ha da sempre resa un luogo a misura di cittadino, aspira oggi a una dimensione internazionale, al pari di altri medi centri d’Europa. Sembra essere questa miscela ad aver permesso a Perugia di superare le difficili fasi di selezione che l’hanno portata a far parte della ‘short list’ delle sei città italiane in lizza per il titolo.
Perugia deve però vedersela con avversarie temibili e altrettanto preparate. Siena, Cagliari, Ravenna, Lecce e Matera stanno parallelamente lavorando agli ultimi aggiustamenti ai loro programmi. A settembre Perugia consegnerà al Ministero per i Beni, le Attività Culturali e il Turismo il progetto definitivo e il verdetto arriverà circa un mese dopo.
“Il 15, 16 e 17 ottobre 2014 ci sarà l’incontro per la selezione – spiega Sylvain Pasqua, responsabile per le Capitali europee della cultura nella DG di Istruzione e Cultura (EAC) della Commissione europea – e al termine dei tre giorni verrà scelta una delle città in gara. La designazione ufficiale avverrà però solo nel 2015”.
A giudicare le candidature fin dalle prime fasi è stata una giuria di 13 esperti culturali indipendenti, sei designati dall’Italia e sette dalle istituzioni europee. I due criteri base per la scelta della città più adatta sono stati ‘la dimensione europea’, cioè la capacità di intrattenere rapporti con gli altri Stati membri e ‘la città e i cittadini’, ovvero il grado di coinvolgimento e partecipazione attiva della popolazione.
La vincitrice riceverà in premio 1,5 milioni di euro dall’Unione europea, ma gran parte dei progetti dovranno essere messi in piedi con finanziamenti locali. A Perugia è nata la “Fondazione Perugiassisi 2019”, costituita nel 2012 e formato dal Comune di Perugia, da quello di Assisi, dalla Regione Umbria e da oltre 140 soci tra enti, associazioni e privati.
“La forza di Perugia è proprio quella di non correre da sola, ma di presentarsi insieme ai luoghi di Francesco d’Assisi e dell’Umbria – ha dichiarato Bruno Bracalente, presidente della Fondazione – quello che abbiamo cercato di fare e su cui continueremo a lavorare è la creazione di un ricco sistema di interazioni tra vari soggetti per costruire concretamente un luogo inteso come spazio sociale di confronto e relazione”.
Tra i vari sostenitori di Perugia ce n’è uno d’eccezione, l’attrice umbra di fama internazionale Monica Bellucci. “Vedrete che ce la faremo – ha affermato convinta la Bellucci – l’Umbria è la mia terra e la mia anima. Si dice che sia il giardino d’Italia, ma anche la patria di santi e di pazzi”.
Nel 2019, come succede ormai dal 2005, le capitali europee della cultura saranno due: questa volta una italiana e l’altra bulgara. Il doppio titolo è stato creato per costruire un ponte ideale, ma anche concreto tra vecchia Europa e nuova Europa. A vincere sarà quindi anche la città italiana che fin dalle fasi di preselezione è riuscita a intrattenere più proficui rapporti con le candidate bulgare. Eventi condivisi, scambi artistici e appuntamenti comuni sono solo alcuni dei tanti modi di interagire che si concretizzeranno nel 2019.
Ormai i giochi sono quasi fatti e non dovremo attendere molto per scoprire se Perugia ce la farà. “Quel che è certo è che anche se non dovessimo vincere non ci tireremo indietro nella realizzazione dei progetti – ha dichiarato il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali – abbiamo lavorato bene, coinvolto i soggetti più dinamici e quindi le cose che abbiamo programmato le attueremo comunque”.
(Le interviste del video sono state fatte da Lorenzo Robustelli)