L’Europa si dota di un suo strumento per il ranking delle università mondiali. È nato oggi U-Multirank grazie a 2milioni di euro di finanziamenti da parte dell’Unione europea. Valuterà le performance di oltre 850 istituti di tutto il mondo (il 62% dall’Europa, il 17% dal Nord America, il 14% dall’Asia e il 7% da Oceania, America Latina e Africa) e permetterà agli utenti di costruire una classifica personalizzata in base alle loro particolari esigenze. Ognuno infatti potrà fare in modo di vedere una classifica basate sui propri interessi riguardo alle discipline ma anche di scegliere quali criteri prioritari devono essere usati per la valutazione. Le liste saranno stilate in base a cinque macro aree: performance della ricerca, qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento, orientamento internazionale, successo nel trasferimento delle conoscenze (partenariati con le imprese e start-up) e coinvolgimento regionale. La classifica terrà conto anche del feedback che sarà inviato da 60mila studenti degli istituti valutati.
Lo U-Multirank valuterà la performance complessiva delle università che verranno collocate in ambiti accademici selezionati: nel 2014 i campi saranno solo studi commerciali, ingegneria elettrica, ingegneria meccanica e fisica e nel 2015 saranno aggiunti psicologia, informatica e medicina. Le università saranno testate contro un massimo di 30 indicatori separati e valutate in cinque gruppi di prestazioni, da ‘A’ (molto buono) fino a ‘E’ (debole).
Si tratta di un “nuovo ed entusiasmante sviluppo nel settore dell’istruzione superiore” che “consentirà agli studenti di prendere decisioni più informate su dove studiare e darci un quadro più accurato di come lavorano le università” ha affermato Androulla Vassiliou. Per il commissario europeo per l’Istruzione e la cultura l’Ue è “orgogliosi della nostra istruzione superiore che ha un livello mondiale” ma è necessario tenere conto di una vasta gamma di esigenze dei cittadini, il che significa che sono necessarie sia “forti università tecniche e regionali”, ma anche solo dei “poli di ricerca”.