Prima ancora di sapere se riusciranno a sedere sui banchi del prossimo Parlamento europeo, i candidati, di ogni partito e Stato membro, devono dimostrare il loro impegno contro corruzione e criminalità organizzata. A chiederlo sono migliaia di cittadini europei che hanno già aderito alla campagna Riparte il futuro promossa da Libera e dal Gruppo Abele in vista delle Europee del prossimo 25 maggio. La petizione, lanciata solo dieci giorni fa, ha già raccolto oltre centomila firme.
Le richieste agli aspiranti deputati sono chiare. Per prima cosa, durante la fase elettorale, le candidature devono essere trasparenti e cioè corredate da un curriculum dettagliato, che includa tutti gli incarichi ricoperti, pubblici e professionali, così da potere valutare la competenza ma anche eventuali conflitti di interesse. L’impegno deve poi proseguire anche e soprattutto se si arriva all’Aula di Strasburgo. Nei primi 150 giorni dopo l’elezione, chiedono i cittadini, i deputati devono impegnarsi in tre azioni concrete. Innanzitutto domandare la ricostituzione della Commissione parlamentare europea su Criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio di denaro. Poi promuovere una risoluzione parlamentare che spinga verso una direttiva europea sul whistleblowing e cioè la protezione per chi denuncia la corruzione e rompe il muro dell’omertà. E infine, i parlamentari dovrebbero promuovere una risoluzione che istituisca ufficialmente la Giornata europea della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti della criminalità organizzata, in occasione del 21 marzo.
La battaglia piace ai cittadini, che continuano ad aderire. Ma anche diversi candidati all’Europarlamento hanno deciso di metterci la faccia impegnandosi, se eletti, a mantenere gli impegni. Hanno già aderito più di 100 candidati di 24 Stati membri, che si presentano con le liste più diverse: da quelle collegate al Pse a quelle del Partito popolare, dai Verdi al Movimento 5 Stelle in Italia, dai Pirati alle liste che sostengono Tsipras. Le adesioni arrivano sia da Paesi come Grecia, Bulgaria e Italia, dove il tema della corruzione è fortemente sentito, sia da nazioni, come la Francia o la Germania, dove il tema dell’intreccio tra malaffare e politica sembra essere meno avvertito. Non mancano politici del Lussemburgo, dell’Estonia, della Slovacchia. Tra i primi ad aderire, anche tre candidati alla presidenza della Commissione europea: Martin Schulz del Partito Socialista Europeo, Alexis Tsiprasdella Sinistra Unitaria e José Bové dei Verdi.
“Ci auguriamo che le adesioni si moltiplichino, in tutte le forze politiche e in tutti i Paesi, perché sulla lotta alla corruzione il tempo ormai è scaduto”, spiega Enrico Fontana, coordinatore nazionale di Libera: “Lo dimostrano i risultati del lavoro fatto dalla Commissione europea, con i 120 miliardi di euro sottratti ogni anno all’economia sana, e il ripetersi in Italia di scandali che rimandano, anche nei nomi dei protagonisti, agli anni di Tangentopoli. I cittadini – conclude Fontana – chiedono cambiamenti concreti e verificabili. E chi si candida a ruoli politici deve cominciare subito”.
Il sito per aderire alla petizione
L’Elenco dei candidati che hanno aderito