Gli organismi geneticamente modificati non rientreranno nell’accordo per il libero scambio e gli investimenti (Ttip) che l’Unione europea sta negoziando con gli Stati Uniti. Ne è convinto il vice ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda, per il quale non c’è la possibilità di trovare una sintesi sul capitolo transgenico. In Europa “abbiamo una diversa percezione degli Ogm, ed è implausibile che si raggiunga una posizione comune su questo” con il partner d’oltre oceano, ha detto Calenda al termine dell’incontro con il commissario europeo per il Commercio, Karel De Gucht, che sta gestendo le trattative con Washington. “Gli organismi geneticamente modificati rimarranno fuori dell’accordo”, ha garantito Calenda secondo cui “bisogna chiudere velocemente su quello che si può chiudere nel rispetto delle diversità culturali, e la cultura non cambia in funzione del commercio”.
Adesso non resta che lavorare sull’incontro politico con il capo-negoziatore statunitense, Michael Froman. “Ho chiesto a De Gucht di tenerlo in Italia in occasione della riunione informale del consiglio Commercio del 19 settembre”, ha spiegato il vice ministro allo Sviluppo economico, che pensa di rendere pubblico il mandato negoziale che al momento è segreto. Ci sta ragionando “e c’è quasi unanimità” dice. Calenda ha comunque chiarito che per la nostra economia non c’è nulla da temere. “Abbiamo fatto fare una valutazione dell’impatto economico dell’accordo con gli Stati Uniti e secondo la valutazione l’Italia è il primo beneficiario”. Per il nostro Paese si prospetta “un vantaggio economico netto, e per gli standard ambientali non c’è alcun abbassamento”. Calenda ha quindi auspicato “una rapida conclusione dei negoziati sui capitoli strategici” del Ttip quali l’energia, e questo “anche per via della crisi in Ucraina”.