Finalmente Copernicus, il sistema di monitoraggio del pianeta di Esa-agenzia spaziale europea e Unione europea, ha iniziato a fornire le prime immagini, come previsto. Il progetto, avviato nel 1998 e con una copertura finanziaria prevista almeno fino al 2020, doveva essere operativo nel 2014 e così è stato. Il satellite Sentinel 1, lanciato in orbita lo scorso aprile, ha iniziato a produrre le prime immagini. Copernicus (nome originario del progetto “Gmes”, sigla per Monitoraggio globale per la sicurezza e il territorio) ha iniziato a mostrare superfici marittime e terrestri insieme a mappature atmosferiche. Una buona notizia, non solo perchè i soldi fin qui spesi – l’intero programma dal 1998 al 2020 dovrebbe costare intorno agli 8,4 miliardi di euro – stanno dando i lori frutti, ma perchè adesso tutti avranno a disposizione uno strumento utile per far fronte ai problemi del territorio.
Copernicus ha un rilevamento di dieci metri, ma può individuare anche oggetti di dimensioni più ridotte. Questo significa che in mare “si potrebbere individuare anche piccole imbarcazioni”, sostiene Matcheld Price, responsabile Servizi marittimi integrati dell’Emsa, l’Agenzia europea per la sicurezza in mare. L’Ente collabora con Frontex nel monitoraggio delle frontiere esterne dell’Ue, ha dunque un compito non irrilevante nella lotta all’immigrazione illegale e nella gestione e nel controllo migratorio. “Sentinel 1 non è pensato per questo compito specifico, ma certo può dare un contributo”.
Lo stesso si può dire per le operazioni di monitoraggio della superficie terrestre. Il radar di Copernicus è in grado di individuare anomalie nel terreno di ogni tipo. Anche discariche abusive. Si possono individuare quelle a cielo aperto, e anche quelle chiuse. Rifiuti interrati illegalmente possono essere individuati in quanto Sentinel 1 “rileva i cambiamenti della superficie”, precisa Christiane Schmullius, ricercatrice presso l’univerisità di Jena e responsabile “monitoraggio terrestre” per Copernicus. Se in Italia qualcuno scava una buca e la ricopre si può scoprire. Le autorità nazionali, non solo quelle italiane, non avranno più alibi alcuno per non intervenire nei settori di criticità, anche perchè l’Esa ha deciso di offrire le immagini e le informazioni dei rilevamenti in open-source. Sul sito dell’Esa chiunque potrà scaricare, gratuitamente, tutto ciò che verrà rilevato da sistema di monitoraggio europea. Ciò anche dai governi, che avranno uno strumento in più per agire e una scusa in meno per non intervenire.
“Oggi presentiamo i primi risultati concreti della nostra azione spaziale e dei nostri investimenti”, enfatizza Carlo Corazza, portavoce del commissario per l’Industria, Antonio Tajani. “Rispetto alle rilevazioni ottiche il vantaggio delle immagini radar è che si possono avere di giorno, di notte, e con tutte le condizioni atmosferiche”. Non ci sono più scuse, dunque. Copernicus offrirà l’opportunità di colmare tutte quelle lacune avute finora e rilanciare l’economia. Le immagini e le informazioni saranno accessibili anche per le imprese. “E’ stato stimato da studi indipendenti che l’impatto sull’economia europea di Copernicus nei prossimi ventanni sarà di oltre 20 miliardi di euro”, ricorda il portavoce di Tajani.