L’Italia ha squilibri macro-economici di natura “eccessiva” ed è giusto che sia un sorvegliato speciale. E’ quanto stabilito dal consiglio Ecofin nell’ultima sessione dei lavori prima delle elezioni europee. I ministri dell’Economia e delle finanze dei ventotto hanno ammesso che allo stato attuale nell’Ue ci sono quattordici paesi con squilibri, e l’Italia è fra questi (gli altri sono Belgio, Bulgaria, Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Regno Unito, Slovacchia, Slovenia, Svezia e Ungheria). Ma per il nostro paese la situazione è diversa dato che di questi quattordici paesi ha squilibri “eccessivi” (con Croazia e Slovenia) e il consiglio Ecofin, data la situazione, “accoglie con favore i piani della Commissione per il monitoraggio dell’attuazione delle raccomandazioni, che potrebbe essere intensificato se ritenuto necessario”, si legge nelle conclusioni della riunione.
Gli stati membri recepiscono le indicazioni della Commissione contenute nella Revisione approfondita sugli squilibri dei paesi dell’Ue del 5 marzo scorso. A fare dello stivale un osservato speciale l’elevato livello di debito pubblico, una crescita debole e un’alta disoccupazione, i talloni d’Achille dell’Italia. Il governo Renzi deve lavorare: gli squilibri si correggono solo con le riforme. “La ripresa economica sta prendendo piede e sostenuta con misure politiche questa ripresa si abbina alla correzione di squilibri eccessivi”, si legge nelle conclusioni. Il consiglio Ecofin si dice quindi “d’accordo” con l’intenzione della Commissione di “valutare” se le azioni politiche dei paesi contenuti nei programmi nazionali di riforme e nelle leggi di stabilità “sono adeguate a rispondere alle sfide e ai rischi legati agli squilibri”. L’Italia presto o tardi dovrà fornire risposte a Bruxelles, che continua ad averci sott’occhio. L’appuntamento è per il 2 giugno, quando la Commissione pubblicherà le nuove raccomandazioni specifiche per paese.
Articoli correlati:
– Italia osservato speciale Ue per squilibri eccessivi: “Servono azioni politiche forti”